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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

NUBI LONTANE / TATTERED WINGS (Tōi kumo, KINOSHITA Keisuke, 1955)

SPECIALE KINOSHITA KEISUKE

di Enrique Seknadje

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Il film di Kinoshita Keisuke è conosciuto in Occidente come Tattered Wings. Talvolta è intitolato Distant Clouds, che è la traduzione letterale del titolo originale: Tōi kumo (Nuvole lontane). Le nuvole rappresentano, nella loro lontananza, una speranza irraggiungibile: in questo caso quella di vivere con la persona amata e di raggiungere così una forma di felicità.

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Per motivi professionali, Keizō Ishizu sta per essere trasferito da Tokyo a un angolo remoto dell’isola di Hokkaido. Passa dalla sua città natale, Takayama, per visitare e salutare la sua famiglia. Coglie l’occasione per incontrare il suo amore di gioventù, Fuyuko Terada (Hideko Takamine), che si è sposata per motivi economici con un uomo ora deceduto, dal quale ha avuto un figlio. Fuyuko vive con la famiglia del defunto e il cognato, Shunsuke Terada, spera di sposarla. Keizō, ancora innamorato, vorrebbe portare Fuyuko via con sé, ma lei esita: rifiuta… vorrebbe… non sa… È combattuta da un dilemma tanto più doloroso in quanto la voce di una possibile relazione tra lei e Keizō si sta diffondendo in città e potrebbe infangare la reputazione di entrambe le famiglie.

Keizō e Fuyuko non hanno lo stesso rapporto con la vita e il tempo. Lui, di cui non viene detto nulla del suo passato sentimentale a Tokyo, è immerso nel ricordo romantico di ciò che ha provato per la giovane donna circa cinque anni prima. Lei, invece, dà l’impressione di avere un maggiore senso della realtà. È consapevole che le cose sono cambiate. Che è invecchiata, che la responsabilità che aveva come donna di casa, e che ora ha come madre, le impone uno stile di vita ordinato. Rimprovera al giovane di ignorare la sua situazione e – apparentemente – si rifiuta di accettarlo. Dice di essere soddisfatta della sua vita.

In una scena chiave, i due protagonisti discutono e si confrontano in un paesaggio desolato. Alberi morti hanno preso il posto del luogo rigoglioso in cui Keizō si trovava pochi minuti prima, quando stava aspettando la sua innamorata. Una grande cascata rappresenta probabilmente la forte passione del giovane. Keizō spinge Fuyuko a confessarsi. Lei gli confida ciò che in parte lui già sapeva: che il marito era violento, non la amava, la tradiva. Che non ha avuto una vita felice. Così facendo, riconosce implicitamente ciò che sostiene il suo interlocutore: che tende a mentire a sé stessa. Il paesaggio desolato si riferisce al deserto emotivo di Fuyuko.

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La scena si svolge parallelamente a un focoso spettacolo di danza a cui lui ha assistito il giorno prima e che lei non ha potuto vedere: un ballerino e una ballerina accompagnati da un gruppo jazz, guidato dal clarinettista filippino Raymond Conde, famoso all’epoca in Giappone. Letteralmente e figurativamente, Keizō tende la mano alla giovane donna per tirarla fuori dal mare in cui, a ragione, immagina che stia annegando. Lei non coglie l’occasione. A un certo punto, Keizō fa riferimento a un libro di André Gide che Fuyuko gli aveva prestato in passato e che lui ha conservato: La porta stretta (1909), e cita una frase del racconto pronunciata dal personaggio di nome Jerome: «Alissa! (…) perché ti strappi le ali?». Un passaggio da cui deriva il titolo inglese del film: “Ali a brandelli”. È difficile stabilire uno stretto legame tra l’opera di Kinoshita e quello dello scrittore francese. Ma si capisce che il riferimento a quest’ultimo evoca l’incapacità e il rifiuto di Fuyuko di spiccare il volo. E, per riprendere la metafora biblica, di intraprendere quel cammino che potrebbe condurla alla luce e alla felicità. Un percorso che richiede fede e amore sinceri, spirito di verità, e che la maggior parte delle persone non è in grado di seguire.

Per Kinoshita, Fuyuko rappresenta la donna tradizionale schiacciata dal peso delle convenzioni e delle tradizioni, simboleggiate tra l’altro da un festival locale, il famosissimo Takayama Matsuri, al quale Keizō si rifiuta di partecipare. Il fatto che sia sempre vestita con un kimono non è irrilevante. A complicare le cose per lei c’è il pettegolezzo. Gli abitanti di Takayama l’hanno vista passeggiare con Keizō e le maldicenze si moltiplicano, l’invidia si acuisce. Ci sono persino ragazze che spettegolano dal parrucchiere sotto i loro caschi. Alcune vogliono addirittura ricattare la famiglia Terada. Fuyuko ha interiorizzato le imposizioni sociali e morali fino al punto di farsi del male. Tuttavia, ci sono alcune persone intorno a lei, e non di poco conto, che la incoraggiano a spiccare il volo. In particolare, la sorella Tokiko che veste abiti moderni e lavora come centralinista. All’inizio è gelosa e cerca di fare del male a Fuyuko, ma quando si rende conto della forza dell’amore di Keizō, la esorta a liberarsi e a raggiungere il giovane, rimproverandola di aver mentito a sé stessa. Le sue parole enunciano il messaggio del regista: «Perché una donna non può avere la libertà di perseguire la propria felicità?». Ma il super-io di Fuyuko è troppo forte. Durante questa discussione con Tokiko, mentre la pioggia cade e traduce la tristezza della protagonista che si vede spesso piangere, da sola, questa viene ripresa dall’esterno della stanza in cui si trova. In primo piano, di fronte a lei, c’è una finestra fatta di sbarre di legno. È così rappresentata la sua prigionia, in parte volontaria. In precedenza, Kinoshita aveva filmato il soffitto della stanza in cui si trovava la protagonista, un soffitto composto da un groviglio di travi di legno che, probabilmente, rappresenta la sua mente confusa.

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Come contrappunto allo sfortunato destino di Keizō e Fuyuko, per dare un tocco positivo alla sua storia, Kinoshita filma in Tattered Wings il viaggio di due giovani innamorati che riescono a lasciare Takayama insieme per Tokyo. Lì possono vivere liberamente la loro storia d’amore. Il ragazzo si chiama Ryō. Con coraggio, riesce a confrontarsi con il suo datore di lavoro, ma anche con la madre che non accetta la sua scelta di vita. Keizō, che lo conosce bene, viene in suo aiuto e gli passa la fiaccola dell’amore e del successo…


Titolo originale: 遠い雲 (Tōi kumo); regia: Kinoshita Keisuke; sceneggiatura: Kinoshita Keisuke, Matsuyama Zenzō;  fotografia: Kusuda Hiroshi; scenografia: Hirakata Kazue; montaggio: Sugihara Yoshi; musica: Kinoshita Chūji; interpreti e personaggi: Takamine Hideko (Terada Fuyuko), Sada Keiji (Shinsuke, il cognato di Fukuyo), Tamura Takahiro (Zeizō Ishuzu), Takahashi Teiji (Kōjirō, il fratello di Keizō), Ishihama Akira (Ryō), Kobayashi Toshiko (Tokiko, la sorella di Fukuyo); produzione: Shōchiku; durata: 99’; uscita in Giappone: 31 agosto 1955. 

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