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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

THE SCARY HOUSE (Kowai ie, WATANABE Hirobumi, 2025)

Far East Film Festival 2025

di Fabio Canessa

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Legato ormai indissolubilmente al festival di Udine, Watanabe Hirobumi si cimenta questa volta con l’horror o meglio porta il genere nel suo mondo stralunato e grottesco.  Un’operazione che lambisce i confini della parodia, indagando con umorismo bizzarro i meccanismi cinematografici della paura. 

Una produttrice di Tokyo affida al regista Watanabe il compito di realizzare un documentario su una casa che gira voce sia infestata da fantasmi. Per le riprese deve trasferirsi una settimana nell’abitazione dove giorno dopo giorno si trova costretto, lui che non crede al paranormale, a fare i conti con strani fenomeni.

Quando all’inizio del film il personaggio di Watanabe viene ingaggiato per questo particolare lavoro, dice di odiare gli horror. Già da questa affermazione emerge l’autoironia del regista che al contrario nella realtà si è dichiarato un amante del genere e in particolare un fan di Dario Argento (lo aveva confermato in un incontro stampa via Zoom, al quale chi scrive aveva partecipato, durante l’edizione 2020 del festival, completamente digitale a causa della pandemia, in occasione della quale era stato presentato un focus sul suo cinema con quattro interessanti titoli). Due anni fa Watanabe era poi stato grande protagonista a Udine in carne e ossa conquistando il pubblico con l’instant cult Techno Brothers, ma anche con  l’autodocumentario Way of Life e come attore per  il regista Lim Kah Wai nel delizioso Your Lovely Smile. Un rapporto privilegiato con il Far East Film Festival quindi, che quest’anno è stato ribadito, seppur senza la presenza fisica, con la proiezione in prima assoluta del suo nuovo lungometraggio.

Manifestata chiaramente fin dai titoli di testa con un omaggio alla musica dei Goblin, la passione per il maestro del brivido italiano sottolinea subito la cinefilia di Watanabe e più in generale il suo giocare consapevolmente con diversi stilemi del genere: casa infestata, custode dall’aspetto inquietante, bambole creepy, rumori sospetti, urla, jump scare, possessione demoniaca, esorcismo. Tutti elementi, messi insieme in una confezione narrativa in cui si riprende anche l’idea del mockumentary sul modello di alcuni celebri horror, orientati a una poetica che pur nelle novità presentate dagli ultimi film rispetto alla produzione precedente – si pensi al colore al posto del bianco e nero e all’allontanamento dalla sua città natale Otawara – risulta ben codificata. 

Un cinema orgogliosamente indipendente, fatto con budget limitatissimi, in famiglia (letteralmente come evidenzia la sfilza di Watanabe che si possono leggere nei credits) e coinvolgendo interpreti ricorrenti (tornano Yanagi Asuna e Hisatsugu Riko). Sempre con uno stile che punta su toni ironici, surreali, grotteschi, una giocosa impronta autoreferenziale e una messa in scena caratterizzata dalla ripetizione e dalla predilezione per inquadrature fisse e di durata significativa. Certo il lato comico funziona meno rispetto per esempio a Techno Brothers e il lato horror, manco a dirlo, non suscita pathos e angoscia. Così il film, pur nella validità dell’operazione sul piano teorico, rischia di posizionarsi in un limbo e di essere poco coinvolgente per chi non è incline ad accettare le regole del bizzarro mondo di Watanabe. 


Titolo originale怖い家 (Kowai ie); regia e sceneggiatura: Watanabe Hirobumi; fotografia: Watanabe Yuichiro; montaggio: Watanabe Hirobumi; musica: Watanabe Yuji; interpreti e personaggi: Watanabe Hirobumi (se stesso), Yanagi Asuna (Kirishima), Watanabe Yuichiro (cameraman); produzione: Watanabe Hirobumi, Watanabe Yuji, Watanabe Hideki, Watanabe Akemi; uscita in Giappone: agosto 2025; durata: 99’.

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