classici1-1845135

SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

THE GIRL WHO LEAPT THROUGH TIME (Toki o kakeru shōjo, ŌBAYASHI Nobuhiko, 1983)

Speciale anni Ottanta

Di Paolo Torino

1-_v1_fmjpg_ux1000_

The Girl Who Leapt Through Time è un’opera di fondamentale importanza quando si parla di immaginario collettivo nipponico. La storia, tratta dall’omonimo romanzo di Tsutsui Yasutaka, ha avuto particolare fortuna in ambito cinematografico: tra i tre adattamenti, il più popolare al di fuori del Giappone è sicuramente l’anime diretto da Hosoda Mamoru nel 2006. Il film di Ōbayashi, invece, è rimasto sconosciuto ai più, diventando un cult di mezzanotte, ma è importante non solo perché è ufficialmente il primo adattamento del romanzo, ma anche perché mette al centro dell’operazione cinematografica una sperimentazione che è probabilmente parte di un progetto più ampio. 

La giovane Kazuko scoprirà di avere il potere di prevenire gli eventi. Questa capacità, in realtà, non è nient’altro che il frutto delle sue abilità: è in grado di viaggiare nel tempo e di rivivere anche giorni del suo passato. Tutto cambia, però, quando scopre di non essere l’unica ad avere questa capacità. Un giovane venuto dal lontanissimo 2660 la avvertirà del dolore in cui il mondo sprofonderà e, soprattutto, le farà scoprire il significato della parola amore. 

Come una delle opere più popolari di Ōbayashi, House (1977), e come gran parte della produzione seguente a The Girl Who Leapt Through Time (d’ora in avanti TGWLTT), il cinema del regista nipponico è principalmente una fucina di figure fantasmatiche. Figure fantasmatiche che sembrano vagare in un mondo liminale, in bilico tra le pieghe del tempo. Hanagatami (2017), per esempio, vedeva i protagonisti muoversi in un Giappone che non aveva né spazi né confini. O almeno non tangibili. In House, invece, era la stessa abitazione ad assumere forme astratte e grottesche, perdendo così la sua connotazione da mera costruzione di legno e mattoni. In  TGWLTT sono i corpi stessi, assieme all’immagine, a non avere una forma ben definita. I viaggi nel tempo sono messi in scena attraverso l’utilizzo di svariate tecniche come per esempio il cambio di colore e di formato (o addirittura entrambi) oppure con i protagonisti stessi che fluttuano nell’inquadratura, svilendo la fisica dei corpi senza mai restituire allo spettatore un senso di carnalità dei protagonisti. 

Per quanto concerne l’intreccio narrativo, invece, ci troviamo dinanzi a una struttura “a doppia spirale” (passato/futuro e presente che si incrociano di continuo), dove l’impianto melodrammatico del coming of age sognato e diretto nella città natale del regista restituisce con efficacia la confusione che vive la protagonista: quest’ultima è sempre con la testa tra le nuvole, in continuo inseguimento di una verità celata tra le visioni catastrofiche e di strani messaggeri provenienti dal futuro. È un inseguimento che ascrive Kazuko, e quindi TGWLTT, al grande filone del cinema giapponese che in qualche modo metabolizza, o fatica a metabolizzare, i traumi della propria Nazione. In Hanagatami c’è una sequenza dedicata al fungo atomico che rimanda ai tragici eventi di Hiroshima e Nagasaki, in House c’è, come anticipato poco sopra, una preoccupante premonizione dell’esplosione della bolla economica e in TGWLTT, invece, il terremoto rimarca l’altro grande trauma nazionale: il sisma del Kanto (1923). 

Kazuko è in grado di toccare con mano le cicatrici che in qualche modo hanno costituito l’identità del Giappone, della sua produzione culturale e dei suoi cittadini. In questo contesto le visioni oniriche, non solo di TGWLTT ma del cinema tutto di Ōbayashi, somigliano sempre più a un tentativo di rappresentare una psiche collettiva. 


Titolo originale: 時をかける少女regia: Ōbayashi Nobuhiko; soggetto: omonimo romanzo di Tsutsui Yasutaka; sceneggiatura: Kenmochi Wataru, Ōbayashi Nabuhiko; montaggio: Ōbayashi Nabuhiko; fotografia: Sakamoto Yoshitaka; musiche: Ishikawa Kō, Takukawa Tadao; interpreti: Harada Tomoyo (Yoshiyama Kazuko), Takayanagi Ryōichi (Fukamachi Kazuo), Omi Toshinori (Horikawa Goro); produzione: Director’s Company; durata: 104′; uscita in Giappone: 16 luglio 1983.

CONDIVIDI ARTICOLO