LOVE & POP (Rabu & poppu, ANNO Hideaki, 1998)
NIPPON CONNECTION 2025 – NIPPON RETRO
di Jacopo Barbero
Esordio alla regia live action di Anno Hideaki e tratto dal romanzo Topaz II (1996) di Murakami Ryū, Love & Pop (1998) è circolato in Occidente per anni solo in versione DVD. Nel 2025 una versione restaurata in 2K, circolata principalmente in ambito festivaliero, ha riportato questo piccolo e troppo dimenticato cult per cinefili sotto i riflettori. Anno, animatore celebre soprattutto per la creazione della serie di culto Neon Genesis Evangelion (Shinseiki Evangerion, 1995-96) firma con Love & Pop un’opera il cui principale interesse sembra essere catturare lo spirito del proprio tempo. Girato e ambientato alla fine degli anni Novanta, il “decennio perduto” caratterizzato dalla stagnazione economica seguita allo scoppio della bolla speculativa giapponese degli anni Ottanta, il film di Anno è un tentativo di evocare uno zeitgeist d’incertezza e sospensione affidandosi al tradizionale racconto coming of age, amato dall’autore e già sublimato in Evangelion, innestando il genere di tratti visivi e narrativi fortemente sperimentali.
Una giornata, dalla mattina alla sera, nella vita di Hiromi, inquieta sedicenne di Tokyo che il 19 luglio 1997 decide di recarsi a Shibuya, dove incontra le amiche del cuore Nao, Chieko e Chisa. Le quattro ragazze si fanno talvolta coinvolgere in pratiche di enjo kōsai, termine che indica appuntamenti a pagamento tra giovani studentesse e uomini adulti. Quel giorno Nao ha con sé un telefono prestatole da un uomo di nome Kobayashi, su cui possono registrare messaggi vocali presso un servizio di appuntamenti. Poco dopo, mentre fanno acquisti in un centro commerciale, Hiromi nota un magnifico anello con topazio in una gioielleria, in vendita a 128.000 yen. Sognando di comprarlo, decide di partecipare, prima con le amiche e poi da sola, a una giornata di appuntamenti con uomini adulti, al fine di racimolare il denaro necessario all’acquisto.
Love & Pop è un racconto di formazione al contempo tenero, avvincente e scabroso, come spesso accade nell’opera di Anno, autore affascinato da relazioni affettive e sessuali “al limite”. Tuttavia, gli aspetti più spinosi del film non appaiono mai fini a se stessi, ma piuttosto volti a esprimere una confusione esistenziale a tratti straziante, che riguarda soprattutto la protagonista Hiromi, epitome di una generazione cresciuta nel “decennio perduto”, in un Giappone che pareva aver perso la propria forza propulsiva e arrestato la propria marcia trionfale verso un futuro certo e stabile; un disorientamento incarnato dalla figura del padre di Hiromi, che trascorre le giornate a giocare con un trenino, quasi regredito allo stato infantile. Mentre le amiche del cuore sembrano tutte aver trovato una propria direzione – Nao attraverso il proprio interesse per l’ambito informatico, Chisa attraverso la propria passione per la danza, Chieko grazie alla propria evidente maturità e maggiore età – Hiromi sembra essere priva di un proposito e vede nell’anello con topazio che aspira a comprare attraverso appuntamenti enjo kōsai una possibilità di appropriarsi finalmente della propria esistenza e trovarvi un senso. L’inquietudine di Hiromi diventa così lo specchio di un’intera generazione in bilico, alla ricerca di un senso in un presente frammentato e in un futuro che appare sempre più incerto.
L’inquietudine della protagonista e del suo tempo sono rese da Anno attraverso una messinscena appositamente caotica e sperimentale. Mentre l’incessante flusso di coscienza di Hiromi esprime il suo desiderio di catturare, e dunque stabilizzare, un presente fluido e mutevole attraverso il suo uso costante di una piccola macchina fotografica che porta con sé (“Tutto cambia improvvisamente nel mondo… Tutto cambia e scompare di fronte ai nostri occhi. Anche ciò che si trova nel nostro cuore… Ma voglio aggrapparmi al presente, alle cose che cambieranno e scompariranno”), la regia di Anno è esagitata e convulsa, come se il regista ammettesse l’impossibilità di raggiungere la solida compostezza fotografica agognata dalla protagonista. Anno infatti abbraccia un’estetica altamente contemporanea, a metà strada tra l’MTV del tempo e i prodromi di YouTube, fatta di bassa definizione, immagini sovraesposte, fish eye, sovraimpressioni e soggettive in stile vlog (da punti di vista bizzarri quali: un trenino, un forno, un ventilatore, un fondo di bicchiere e persino una mutandina indossata sotto una minigonna) – il tutto tenuto insieme da un montaggio febbrile, che bombarda lo spettatore di stimoli e prospettive contrastanti e destabilizzanti. L’impressione finale è quella di un cinema che ha la leggerezza delle immagini digitali, girate e assemblate in velocità, e la pesantezza dell’esistenza. Ambientato in una Tokyo al contempo bellissima e opprimente nei suoi spazi urbani vertiginosi, claustrofobici e incessantemente vitali, Love & Pop è un coming of age che offre più domande che risposte rispetto al destino dei propri protagonisti. Come afferma Hiromi, “È difficile quando gli amici vanno avanti. Rimanere indietro ti fa sentire sola. Ma col tempo, il tuo bisogno di quell’anello svanirà. Aggrapparsi a quel bisogno è come costringerti a restare indietro e sentirti sola. Diventare adulti è difficile. Non sono sicura di esserne capace.” Il finale del film di Anno, tuttavia, offre una qualche speranza, inquadrando un’ultima volta – sui titoli di coda – le quattro amiche che camminano fianco a fianco in un canale di scolo urbano. Non è dato sapere dove stiano andando, ma la direzione è chiara: avanti.
Titolo originale: ラブ&ポップ (Rabu & poppu); regia: Anno Hideaki; sceneggiatura: Satsukawa Akio, dal romanzo Topaz II di Murakami Ryū; fotografia: Shibanushi Takahide; montaggio: Okuda Hiroshi; musica: Mitsumune Shinkichi; interpreti: Miwa Asumi (Yoshii Hiromi), Kirari (Noda Chisa), Kudō Hirono (Yokoi Nao), Nakama Yukie (Takahashi Chieko), Okada Nana (madre di Hiromi), Morimoto Leo (padre di Hiromi), Hirata Mitsuru (Kagegawa), Fukikoshi Mitsuru (Yoshimura), Asano Tadanobu (Captain EO), Morooka Moro (Yazaki), Tezuka Tooru (Uehara), Watanabe Ikkei (Kobayashi); produzione: Cine Bazar; durata: 112’; anno di produzione: 1998; uscita in Giappone: 9 gennaio 1998.