EMILLET (Emiretto, TANAKA Miki, 2025)
Osaka Asian Film Festival 2025 Expo edition
di Matteo Boscarol

Dopo aver vinto il premio come terzo film nella sezione La Cinef all’ultimo Festival di Cannes con il cortometraggio Gingerboy (Jinjā bōi, 2025), Tanaka Miki continua la sua annata produttiva con altri tre lavori, entrambi presentati all’Osaka Asian Film Festival 2025 (ma in realtà si tratta dell’edizione del 2026 anticipata quest’anno per farla combaciare con l’Expo di Osaka). Emillet conferma il suo talento visivo e la capacità di scegliere e valorizzare i volti dei protagonisti in maniera mai banale. In questo caso a dare forza al film è soprattutto l’ottima interpretazione di Kusaka Tamami.
Le vicende seguono Nina e Misaki, una giovane coppia che vive a Tokyo una quotidianità apparentemente serena. Sotto questa patina zuccherosa di piccoli gesti — la cura dei fiori, la preparazione dei pasti — si nasconde però una frattura profonda: la mancanza di desiderio sessuale da parte di Misaki, che sembra trovarsi a suo agio solo in mezzo agli oggetti inanimati.
Come altri registi prima di lei, Tanaka ha trovato la strada del debutto cinematografico attraverso i formati del corto o del mediometraggio. La giovane cineasta, che è anche sceneggiatrice, è senza dubbio dotata di talento visivo, sia nella composizione delle inquadrature sia nell’uso delle luci e dei colori. Come dichiarato dalla regista dopo la proiezione all’OAFF, l’opera è nata dal desiderio di portare sul grande schermo uno stile ispirato all’estetica dei libri illustrati, naturalmente con contenuti per adulti. Dei libri a disegni Emillet ha la cura minuziosa per i dettagli che riempiono l’inquadratura, ma anche l’andamento ellittico della narrazione, con scene che saltano passaggi intermedi per concentrarsi su momenti-chiave. Per ammissione stessa della regista, il lavoro è suddiviso in capitoli con un testo introduttivo fatto in modo che gli spettatori possano guardarlo come se stessero sfogliando le pagine di un libro illustrato.
Il tema principale, se sia possibile che un rapporto amoroso si regga senza nessun contatto fisico, quindi anche senza sesso, non risulta però sviluppato in pieno. Non pensiamo che dipenda dallo stile “a salti di pagina” di cui si scriveva più sopra, ma proprio dalla lunghezza del cortometraggio, poco più di trenta minuti, che non permette di vedere molto e lascia molto spazio, forse troppo, all’immaginazione dello spettatore. Pur dando a tratti quindi l’impressione di essere abbozzato, il cortometraggio riesce comunque a essere interessante. Tanaka cattura l’attenzione dello spettatore grazie alla cura visiva di cui si diceva, ispirata per sua stessa ammissione al cinema di Kelly Reichardt. Una capacità compositiva, specialmente quando i volti dei protagonisti diventano il centro — non geometrico ma semantico — di veri e propri tableaux vivants cinematografici attraverso i quali si dipana la storia. In questo modo Tanaka dimostra inoltre una notevole abilità nel mettere in risalto le caratteristiche fisiche dei suoi interpreti, costruendo attraverso i loro volti non solo composizioni filmiche suggestive ma anche personaggi mai banali, persino quando non del tutto riusciti.
Titolo originale: エミレット(Emiretto); regia soggetto e sceneggiatura: Tanaka Miki; personaggi e interpreti: Nina (Kusaka Tamami), Misaki (Kudō Kōsei); produzione: Spotted Production; uscita in Giappone: 2 settembre 2025; durata: 32’.

