THE OUTSIDER’S CLUB (Yosomono no kai, NISHIZAKI Hami, 2025)
Osaka Asian Film Festival 2025
di Claudia Bertolé

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Una bolla spazio temporale in cui si muovono esseri umani apparentemente apatici e che nascondono inquietudini profonde.
Suzuki Makio è un addetto alle pulizie in una grande università. Proprio durante il lavoro si imbatte nel manifesto del Club degli Outsiders e decide di partecipare. Fa così la conoscenza di Kinuko, la leader del club e degli altri tre membri. Nel frattempo è coinvolto in un episodio con una collega e forse proprio quest’evento lo spinge a tornare al Club e a condividere con gli altri membri un progetto esplosivo per contrastare il sistema e far cambiare finalmente le cose.
I protagonisti di The Outsider’s Club si muovono in un ambiente all’apparenza normale, quasi protetto, nel quale però gradualmente – come avverrebbe in un film di Kurosawa Kiyoshi – cresce l’inquietudine. Nishizaki Hami, la regista, era una studentessa durante la pandemia, e l’atmosfera del film in un qualche modo risente del senso di alienazione. I suoi personaggi sono persone che vivono una situazione di isolamento e che sentono di non appartenere alla comunità che li circonda.
Lo spettatore viene accompagnato in una storia nella quale gli eventi sono poco chiari: Makio dichiara in diverse occasioni di volersi opporre ad un sistema non meglio identificato e anche l’ipotesi di molestie sessuali nei confronti della collega non viene chiarito del tutto, così come non è certo che vi siano delle conseguenze nei confronti dell’uomo, ma è comunque l’evento scatenante che lo induce a frequentare il club e a condividere con gli altri le sue idee esplosive. Nishizaki lascia volutamente zone d’ombra concentrandosi sulle dinamiche comunicative – in particolar modo tra Makio e Kinuko – in un mondo in cui nulla è ciò che sembra.
Kawanose, anche lui regista, rende Makio un personaggio apatico, che non sembra provare emozioni anche se in alcuni momenti – un movimento della macchina verso di lui, un suo ingresso in scena dal basso, salendo le scale verso gli altri personaggi – è quasi diabolico. Non mancano persino spunti ironici, come l’idea di affidare gli spunti rivoluzionari ad una bomba costruita con una pentola a pressione.
L’uso della luce dall’esterno nello spazio vuoto dell’aula, nel quale in un lungo segmento del film si muovono Makio e Kinuko e che è ripreso con camera fissa, certifica l’idea di assenza e l’isolamento. Il film si chiude su una quasi totale mancanza di soluzioni, forse perché alla regista interessa meno lo sviluppo del plot, che l’indagine sulle zone oscure dell’essere umano.
Titolo originale: よそ者の会 (Yosomono no kai); sceneggiatura e regia: Nishizaki Hami; interpreti: Kawanose Shūichi (Suzuki Makio), Sakamoto Ayane (Kinuko, leader del club), Higa Kōtarō, Ōsawa Manaka, Nakazawa Shiho, Kobayashi Keitarō; prima uscita Giappone (OAFF): 15 marzo 2025; durata: 68’.
English review
A space and time in which apathetic human beings move around, hiding deep anxieties.
Suzuki Makio is a cleaner in a large university. While at work, he comes across a poster for the Outsider’s Club and decides to join. There he meets Kinuko, the club leader, and the other three members. Meanwhile, he is involved in an incident with a colleague, and perhaps it is this event that makes him return to the club and share with the other members a plan to fight the system and finally change things for everyone.
The protagonists of The Outsider’s Club move within an apparently normal, almost sheltered environment, in which, however—as in a Kurosawa Kiyoshi’s film—unease gradually grows. Director Nishizaki Hami was a student during the pandemic, and the atmosphere of the film seems permeated by a sense of alienation.
The events are unclear: Makio repeatedly declares his desire to oppose an unidentified system, and even the allegation of sexual harassment against one of his colleagues is never fully clarified. Yet, it serves as the triggering event that draws him back to the club where he shares his explosive ideas with the others. Nishizaki deliberately leaves areas of uncertainty, focusing on the dynamics of communication, particularly between Makio and Kinuko, in a world where nothing is what it seems.
Kawanose, himself a director, portrays Makio as an apathetic character seemingly devoid of any emotions, even if at times—a camera movement towards him, his entrance from below, climbing the stairs towards the other characters—he appears almost diabolical. There are even touches of irony, such as the idea of entrusting revolutionary ideas to a bomb made from a pressure cooker.
The use of natural light filtering in from outside the empty classroom—where Makio and Kinuko move around for an extended segment of the film, captured with a fixed camera— confirms the sense of emptiness and isolation. The film ends without offering any solutions—perhaps because the director is less interested in the development of the plot than in exploring the darker side of human nature.
Original title: よそ者の会 (Yosomono no kai); director, screenplay: Nishizaki Hami; cast: Kawanose Shūichi (Suzuki Makio), Sakamoto Ayane (Kinuko, the club leader), Higa Kōtarō, Ōsawa Manaka, Nakazawa Shiho, Kobayashi Keitarō; premiere (OAFF): March 15, 2025; running time: 68’.

