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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

FLAME UNION (Fureimu yunion saikyō koroshi-ya densetsu Kunioka, SAKAMOTO Yūgo, 2025)

Osaka Asian Film Festival 2025 Expo edition

di Matteo Boscarol

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Una delle rivelazioni del cinema commerciale dell’arcipelago degli ultimi anni, Sakamoto Yūgo con i tre lungometraggi e la miniserie dedicati a Baby Assassins (Beibi Warukyūre, 2021-2024) ha saputo miscelare in maniera brillante l’action movie con la commedia, e in produzioni relativamente a basso budget. Oltre ai film dedicati alle due ragazzine killer, Sakamoto ha anche realizzato dal 2019 un’altra serie di lavori ambientati nel mondo della malavita, la cosiddetta serie Kunioka Series (Saikyō koroshi-ya densetsu Kunioka shirīzu, 2019-2025). Si tratta di tre mokumentary in cui il regista interpreta se stesso che filma la vita del killer Kunioka Masayuki e la quotidianità di un gruppo di assassini di professione. Flame Union è il quarto lavoro della serie.

Manaka Takuya è un assassino part-time, incapace di svolgere le più semplici missioni e che un giorno, durante la consegna di una pistola, combina un grosso guaio. L’incidente causa la sua sospensione dall’associazione di killer professionisti di cui fa parte assieme al più famoso e temuto Kunioka. Il vecchio padre di Manaka, ex killer numero uno, lo forza a tornare a casa e a svolgere le mansioni di “casalingo”. Assieme a Kunioka e agli addestramenti di altri professionisti del settore però, il giovane cerca di riconquistare la sua posizione all’interno dell’associazione e di vendicarsi di suo padre.

Continua la produzione frenetica di Sakamoto che, solo in quest’annata, ha già fatto uscire ben tre lungometraggi, si è occupato della sceneggiatura di un film non suo, ha scritto un manga e diretto un lavoro teatrale. Il mondo giapponese rappresentato nei vari media dal giovane, classe 1996, è sempre lo stesso, quello della malavita e specialmente degli assassini di professione. Anche il tono che ha reso popolare Sakamoto non è cambiato di molto, con le dovute variazioni, in questi ultimi cinque anni: action movie con una forte dose di ironia e comicità. Anzi, meglio sarebbe dire che il suo marchio di fabbrica è quello di fare un cinema che racconta la quotidianità di killer di professione in maniera principalmente umoristica, ma con scene di combattimento, magari sparse, realizzate e coreografate in maniera eccellente.

Non fa eccezione Flame Union che, come i lavori precedenti della serie iniziata nel 2019, usa l’escamotage del web-mockumentary questa volta per raccontare le vicende ridicole di Manaka. Forse più che negli altri lavori di Sakamoto c’è qui meno azione e anche quando sono presenti dei brevi combattimenti, la videocamera del falso documentario attraverso cui vediamo lo svolgersi della storia, li rappresenta, volutamente, in maniera abbastanza sciatta. Benché sia insito quindi nello stile e nella storia stessa, è forse questo uno dei punti più deboli del lavoro, specialmente quando visto sul grande schermo. Una volta che ci si abitua alle immagini a bassa risoluzione del lavoro però, le vicende tragicomiche di Manaka e del suo amico Kunioka diventano abbastanza interessanti e divertono, anche grazie a tutto il cast di supporto e al timing delle battute e delle situazioni create da Sakamoto e il suo team.

L’idea del film è, se vogliamo, già vista e non rappresenta niente di nuovo: un buddy movie dove uno è il più forte e dotato e l’altro, il più debole e codardo, cerca riscatto e vendetta attraverso training e dure, ma non troppo, esercitazioni. Come detto dallo stesso regista, il film nella sua parte finale, quando figlio e padre si troveranno faccia a faccia, diventa quasi uno spokon (storia sportiva). Proprio il combattimento finale è la sola parte del film che non vediamo in soggettiva filtrata dal falso documentario, ma dall’alto ed è solo in queste scene finali che la qualità dell’immagine diventa “filmica” per così dire e il duello fra le due coppie è messo in scena con complesse e spettacolari coreografie.


Titolo originale:フレイムユニオン 最強殺し屋伝説国岡 (Fureimu yunion saikyō koroshi-ya densetsu Kunioka); regia soggetto e sceneggiatura: Sakamoto Yūgo; coreografo scene azione: Kakiuchi Hiroki; interpreti: Matsumoto Takuya, Inō Masayuki, Ōsaka Kenta, Ueno Shiori, Fujisawa Aniki; distribuzione: King Records; uscita in Giappone: 10 ottobre 2025; durata: 103’.

 

English review

With his three Baby Assassins films and related miniseries (Beibi Warukyūre, 2021–2024), Sakamoto Yūgo has proved himself a master at blending action and comedy—working at a remarkable pace and often within the constraints of a modest budget. Since 2019, alongside those works, Sakamoto has been developing another series set in Japan’s criminal underworld, the Kunioka Series (Saikyō koroshi-ya densetsu Kunioka shirīzu, 2019–2025). These mockumentaries feature Sakamoto himself behind the camera, posing as a filmmaker documenting for the web the life of hitman Kunioka Masayuki and the everyday existence of a group of professional assassins. Flame Union marks the fourth installment in the series.

Manaka Takuya is a part-time assassin hopelessly inept at his job. After a botched gun delivery ends in disaster, he is suspended from the professional assassins’ guild, where he once worked alongside his close friend Kunioka. Humiliated and forced by his aging father—a legendary former hitman—to return home and take up housework, Manaka eventually finds the resolve to defy his father and plot his revenge.

Sakamoto’s creative output remains remarkably prolific. In this year alone, he has released three feature films, written the screenplay for another director’s project, authored a manga, and directed a stage production. Across these various works, the 1996-born filmmaker continues to explore the worlds of organized crime and contract killing. His signature tone has also remained consistent over the past years: action comedies steeped in irony and absurdist humor. Indeed, Sakamoto’s hallmark lies in portraying the everyday hangouts and routines of professional assassins through a humorous lens, punctuated by brief yet exquisitely choreographed bursts of action.

Like the previous entries in the Kunioka series, Flame Union adopts the format of a web mockumentary, this time to chronicle Manaka’s ridiculous misadventures. The film features less action than usual, and even when brief fights occur, they are shot in a deliberately rough, handheld style that complements its faux-documentary aesthetic. While this approach fits the film’s concept, it also stands as one of its weaker points—particularly when viewed on the big screen. Yet once the audience adjusts to the low-resolution texture, the tragicomic chemistry between Manaka and Kunioka proves both engaging and genuinely funny, sustained by a lively supporting cast and Sakamoto’s sharp comic timing in dialogue and situation.

The premise is familiar—a buddy movie pairing a skilled veteran with an inept apprentice seeking redemption and revenge through rigorous training—but Sakamoto infuses it with his signature blend of warmth, absurdity, and kinetic energy. As the director himself has noted, the final act, in which father and son confront each other, drifts into spokon (sports drama) territory. The climactic fight is also the only sequence not filtered through the mockumentary lens; instead, it is shot from above with crisp, cinematic precision. In these closing moments, the image acquires a more polished texture, and the duel between the two pairs unfolds in complex, spectacular choreography.


Original title:フレイムユニオン 最強殺し屋伝説国岡 (Fureimu yunion saikyō koroshi-ya densetsu Kunioka); director, story, and screenplay: Sakamoto Yūgo; action choreography: Kakiuchi Hiroki; cast: Matsumoto Takuya, Inō Masayuki, Ōsaka Kenta, Ueno Shiori, Fujisawa Aniki. distribution: King Records; Japan release date: October 10, 2025; running time: 103’.

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