classici1-1845135

SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

NAUSICAA DELLA VALLE DEL VENTO (Kaze no tani no Naushika, MIYAZAKI Hayao, 1984)

SPECIALE MIYAZAKI HAYAO

di Matteo Boscarol

nausicaa

Con Nausicaä della valle del vento, secondo lungometraggio diretto da Miyazaki Hayao, cominciano ad emergere in maniera potente alcune delle tematiche e degli stilemi più importanti che ritorneranno durante tutta la carriera del giapponese. Un film cardine, non perfetto, ma che resta un imprescindibile punto di origine. 

Tolmekia e Pejite sono i due grandi regni rimasti sulla terra dopo I sette giorni di fuoco, la catastrofe causata dall’uomo che più di mille anni fa ha quasi spazzato via dalla faccia del pianeta il genere umano. La terra è ricoperta da deserti e da una foresta tossica, il Mar Marcio, al cui interno vivono degli enormi insetti chiamati Ohmu. Nausicaä è la principessa guerriera di una delle poche zone abitate dagli esseri umani superstiti, la Valle del vento, e spinta dal desiderio di portare la pace fra i due regni, comincia il suo viaggio.

Miyazaki comincia a concepire e disegnare il manga di Nausicaä della valle del vento nel 1981, il primo capitolo viene pubblicato sulla rivista Animage nel febbraio dell’anno successivo. La storia della principessa guerriera trova però una sua conclusione su carta solo dodici anni dopo, nel marzo del 1994, il manga infatti viene scritto, disegnato e pubblicato in modo intermittente. Nel frattempo Miyazaki lavora e realizza ben quattro lungometraggi animati e, spinto proprio dal successo del film tratto dal suo manga, fonda nel 1985 lo Studio Ghibli, insieme a Takahata Isao, Suzuki Toshio e Tokuma Yasuyoshi.

Come spesso è accaduto nella carriera di di Miyazaki, esempio lampante è Il ragazzo e l’airone (Kimitachi wa dō ikiru ka, 2023), molti degli elementi che costituiscono il mondo di Nausicaa sono in risonanza con lavori che lo stesso giapponese al tempo ammirava e leggeva, come la serie Dune di Frank Herbert o Arzach di Moebius. Lungometraggio e manga sono anche stati ispirati e in qualche modo una continuazione de Il viaggio di Shuna (Shuna no tabi), una storia illustrata pubblicata da Miyazaki nel giugno del 1983 e liberamente ispirata ad un’antica fiaba tibetana che molto lo aveva colpito nei primi anni settanta. Il tema della catastrofe che ha spazzato l’umanità e inquinato e alterato gli equilibri della terra deriva naturalmente dalle tragedie di Hiroshima e Nagasaki, ma soprattutto dalla sindrome di Minamata. Un avvelenamento delle acque con rilascio di mercurio che la compagnia Chisso perpetrò per decenni nel mare vicino l’omonima cittadina nel Kyūshū e che molto colpì e scosse Miyazaki. 

Il lungometraggio animato sviluppa solamente due dei sette volumi che costituiscono la totalità del manga e che si concluse, come abbiamo visto, quindi solo dopo l’uscita del film. Anche se non in maniera ufficiale, si potrebbe considerare Principessa Mononoke (Mononoke hime, 1997) come una sorta di adattamento di alcune delle tematiche sviluppate negli ultimi volumi del manga, quelli più pessimisti e cupi. Se da un punto di vista della realizzazione visiva si tratta di un lavoro che mostra alcune lacune, i budget con cui Miyazaki lavorerà nei decenni successivi saranno ben diversi, le scene di volo si distinguono per forza cinetica e ritmo e continuano ad essere uno dei picchi del Miyazaki animatore, mentre la tavolozza dei colori usata resta ancora oggi molto espressiva. I rossi del fuoco della distruzione e della rabbia, il giallo del deserto e del tempo del sogno, e il blu come orizzonte soteriologico a cui tendere. Non è un caso che sotto il Mar Marcio, dove la protagonista cade durante un inseguimento e dove le viene rivelato come la foresta tossica non sia altro che un immenso processo di purificazione, tutto sia immerso in una luce azzurra, per altro lo stesso colore dei vestiti di Nausicaa e della figura del salvatore spesso invocato dalla vecchia veggente. 

nausicaa2
Nausicaä della Valle del vento è anche la continuazione per Miyazaki di un processo di costruzione di un mondo immaginario post apocalittico, come fatto solo alcuni anni prima nella serie Conan il ragazzo del futuro (Mirai shōnen Konan). In quest’ultima, la causa è stata una guerra planetaria, mentre in Nausicaä a causare il disastro con cui il genere umano si è praticamente autodistrutto è stata una potentissima civiltà industriale. Nel giro di qualche secolo con una forza e un dominio prometeico, questa si è diffusa in tutto il mondo privando la terra delle sue ricchezze, inquinando l’aria e plasmando a suo piacimento le varie forme di vita. 

L’ambientazione post apocalittica in Nausicaä permette a Miyazaki di mettere in discussione la presunzione del genere umano, che non solo ha causato la catastrofe planetaria, ma che ora vuole distruggere il Mare Marcio e le creature che li vivono per ristabilire il dominio umano sulla terra. Nausicaä abita i due mondi, è un’umana ma comunica con il non-umano, qui rappresentato dagli Ohmu, da cui si lascia guidare. La sua empatia verso le creature non umane che abitano la terra viene espressa particolarmente nelle immagini finali che sono oramai diventate leggendarie, quelle in cui viene alzata dagli Ohmu, accompagnate dalla cantilena “la la la la la la la”, ma anche attraverso la rappresentazione del suo aliante, che è più simile per la grazia con cui si muove a uno dei giganteschi insetti che svolazzano all’interno del Mare Marcio, piuttosto che alle pesanti macchine da guerra volanti del regno di Tolmekia. Da una parte, il vento e l’atto del volare come simbolo di una spinta liberatoria e del divenire quindi, e dall’altra la pesantezza di un uso della tecnologia ingombrante, massiccio e che distrugge. Il gigante guerriero riportato in vita nelle ultime scene del lungometraggio (fra l’altro animato da un giovane Anno Hideaki), cade sotto la sua pesantezza, sorta di golem di argilla privo di anima che si liquefà distruggendo tutto ciò che  gli sta attorno. Nausicaä viene abbracciata dagli Ohmu nel finale, ma è anche lei ad abbracciare ciò che essi rappresentano, la purificazione e un nuovo, possibile, inizio. Il vento del titolo e quello che dà il là alle vicende è quindi prima di tutto un abbracciare il cambiamento, un cavalcare la trasformazione di tutte le cose, così come Nausicaä cavalca il vento con il suo aliante. Come la protagonista stessa dichiara nel manga “vivere significa cambiare, gli Ohmu, la muffa, l’erba e gli alberi, gli esseri umani, tutto continuerà a cambiare”.


Titolo originale: 風の谷のナウシカ (Kaze no tani no Naushika); regia, soggetto e sceneggiatura: Miyazaki Hayao; art director: Nakamura Mitsuki; character design: Miyazaki Hayao, Komatsubara Kazuo; direttore dell’animazione: Komatsubara Kazuo; montaggio: Kaneko Naoki, Sakai Shōji, Kida Tomoko; musiche: Hisaishi Joe: produzione: Takahata Isao, Hara Tōru, Kondō Michio, Tokuma Yasuyoshi; durata: 116’; uscita in Giappone: 11 marzo 1984

durata: 118’;

CONDIVIDI ARTICOLO