VOICE (id) Mishima Yukiko, 2023
SPECIALE FAR EAST FILM FESTIVAL 24 aprile – 2 maggio 2024
di Valerio Costanzia
Classe 1969, Mishima Yukiko, dopo una prima esperienza televisiva, ha esordito nel 2009 con il lungometraggio Shisei: Like A Smelling Moon, tratto da Il tatuaggio, un classico di Tanizaki Jun-ichiro. Con oltre dieci opere all’attivo, Mishima è un’attenta osservatrice delle dinamiche famigliari (A Stitch of Life 2015, Dear Etranger 2017) che in Voice esplora attraverso un trittico ambientato in tre luoghi diversi, ognuno dei quali cela un dolore nascosto.
Capitolo 1. Lake Toya, Nakajima Island, Hokkaido. Maki, che vive in una elegante casa situata sull’isola di Nakajima, accoglie la famiglia composta dalla figlia Misako, dalla nipote Sara e dal genero per festeggiare con un pranzo l’anno nuovo. Quando il gruppo si congeda, Maki rivive, in una sorta di sdoppiamento psicologico, il trauma vissuto 47 anni prima quando aveva perso la figlia Reiko morta sulle rive del lago Toya. Capitolo 2. Tokyo, Hachijojima Island. Makoto vive sull’isola di Hachijojima, luogo in cui in passato venivano esiliati dei detenuti. Makoto, che anni prima ha perso la moglie Seiko in un incidente, riceve improvvisamente la visita della figlia Umi che aspetta un bambino, nonostante lei, inspiegabilmente, neghi la propria gravidanza. Capitolo 3. Osaka. Una donna, Reiko, sbarca da un ferry boat nella città di Osaka per andare al funerale del suo ex fidanzato Takuto morto appena ventenne. Il ritorno a Osaka è l’occasione per rivivere la sua storia d’amore con Takuto.
Tre luoghi per raccontare tre voci isola(te), ognuna delle quali porta con sé una ferita nascosta. Mishima Yukiko sceglie, con un raffinato esercizio di stile, un approccio ogni volta diverso per avvicinarsi al dolore privato e soffocato di Maki, Umi e Reiko. Nel caso di Maki il momento della convivialità viene ritualizzato attraverso una attenta e precisa mise en place che diventa lentamente una mise-en-scène cristallizzata nelle inquadrature zenitali del tavolo, nella preparazione dei piatti che sono l’occasione, per noi spettatori, di carpire segreti e non detti che pesano come macigni nel loro vissuto famigliare. Tocca alla piccola Sara mostrare un po’ di umanità nel momento in cui rimprovera la madre Reiko perché continua a rivolgersi a Maki con l’appellativo “dad” nonostante il suo cambiamento sessuale. Una distanza, quella tra Reiko e Maki, che si traduce, di nuovo grazie a una attenta mise-en-scène, nella separazione all’interno delle mura domestiche che la regista rende in modo efficace attraverso un minuzioso lavoro sullo spazio scenico, lavoro che ritorna nella rappresentazione del lacerante senso di colpa che divora Maki e che si trasfigura in atmosfere perturbanti e angoscianti che raggiungono il culmine in un esercizio di dolorosa auto afflizione.
Nel secondo capitolo il respiro si fa più ampio, complici gli spazi aperti dell’isola degli “ex galeotti” e, soprattutto, i tamburi (taiko) la cui voce si sostituisce alla voix humaine in un dialogo a distanza tra Umi e il padre Makoto che non comprende il motivo per cui Umi non voglia ammettere la sua gravidanza. I tamburi, come ci informa la didascalia iniziale, sono un oggetto taumaturgico il cui suono lenisce il dolore nei tempi bui.
Nella terza parte è invece il décor urbano in bianco e nero di Osaka a fare da quinta alla tenera storia tra Reiko e Takuto, alias Totò Moretti, che ama l’Italia, Napoli e il cinema di Nanni Moretti, soprattutto La stanza del figlio. Anche in questa parte Mishima Yukiko semina tra le pieghe del racconto un dolore nascosto, forse il più tragico. Tuttavia, come per Maki, che nel finale troverà la forza per riconciliarsi con la figlia persa, anche Umi e Reiko scoprono il modo per esorcizzare e superare i loro traumi e provare ad ascoltare le loro voci.
Titolo originale: 一月の声に歓びを刻め; regia e sceneggiatura: Mishima Yukiko; fotografia: Yamamura Takuya, Yonekura Shin; montaggio: Kato Hitomi; scenografia: Mitou Shuji, Tokuda Ayumi; musica: Tanaka Takuto; interpreti: Maeda Atsuko (Reiko), Carrousel Maki (Maki), Aikawa Show (Makoto), Matsumoto Kiyo (Umi); produzione: Free Stone Productions, Yamasaki Shimpei, Mishima Yukuko; durata: 118’; uscita in Giappone: 9 Febbraio 2024