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SONATINE CLASSICS

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Sankaku (Triangle)

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Sankaku (さんかく, Triangle). Regia, soggetto e sceneggiatura: Yoshida Keisuke; interpreti: Takaoka Sousuke, Tabata Tomoko, Ono Erena; durata: 99′, 26 giugno 2010.
PIA: commenti 4/5   all’uscita delle sale: 77/100 

Punteggio ★★★  

Link:   Sito ufficiale      iSugoi.com (Michael Douglas)  

Due trentenni vivono insieme. Lei impiegata, lui commesso in un negozio. La loro routine sentimentale viene interrotta dall’arrivo della sorella quindicenne di lei, la cui naturalezza ancora semi-infantile colpisce il ragazzo. Sguardi, sfioramenti delle mani, un bacio. Non è molto ma è sufficiente per turbarlo. La quindicenne torna a casa ma rimane nella testa del ragazzo che manda all’aria il rapporto con la sua compagna e inizia a telefonare con crescente insistenza alla ragazzina per incontrarla. Parallelamente, la ex compagna cerca di mantenere i contatti con lui, sconfinando in una persecuzione con risvolti aggressivi.
La storia non è particolarmente originale ma Yoshida Keisuke – che ha esordito alla regia nel 2005 con il pink Namanatsu (Raw Summer) e ha poi proseguito fra l’altro con la commedia Jun kissa isobe (Café Isobe) – riesce a evitare il peggio e a trarre il meglio dai suoi sviluppi.
Il peggio, facilmente immaginabile, sarebbe stato solleticare i pruriti degli spettatori dando spazio a morbose scene sensual-sessuali imperniate sul fascino acerbo della minorenne. Una tentazione in cui sarebbero caduti molti altri registi, tenuto anche che la quindicenne in questione è Ono Erena, nota componente del gruppo musicale AKB48, un aidoru, insomma. Yoshida, invece, evita tutto ciò e addirittura toglie dalla scena la Ono per quasi mezzo film.
Il meglio consiste nel fatto che il regista impone alla storia un tono serio che la trasforma in una commedia drammatica basata sulla recitazione degli attori. Ed essi, tutti e tre, rispondono positivamente alla prova. La scena finale, con il dialogo di puri sguardi tra i tre protagonisti, è da manuale.
Un film semplice ma non superficiale, sentimentale ma non dolciastro, che ritrae in maniera convincente sia le difficoltà dei rapporti tra uomini e donne, sia le frequenti derive persecutorie che dalle prime derivano, sia ancora gli equivoci che possono essere all’origine di entrambe. Insomma, i capricci dell’amore e dei sensi, senza nessuna prosopea, aggravati dallo stato delle relazioni interpersonali nella società giapponese contemporanea.
Silver Award dello Shindou Kaneto Shou, premio dedicato ogni anno ai migliori film di nuovi registi. [FP]

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