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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Meshi to otome (Food and the Maiden)

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Meshi to otome (飯と乙女, Food and the Maiden). Regia, sceneggiatura e montaggio: Kurimura Minoru; fotografia: Nihonmatsu Akihiko; musica: Franz Schubert; interpreti: Sakuma Mayu, Tanaka Rie, Okamura Takae, Kamimura Satoshi; durata: 75′; 2010.
Punteggio ★★★   

Link: Sito ufficiale 

Lo slogan di questo film curioso potrebbe essere “Dimmi che squilibrio alimentare hai e ti dirò chi sei”. Nella cultura giapponese il cibo ha un posto di rilievo e i film su di esso abbondano. Di solito sono storie allegre e/o di rinascita, di superamento di una crisi. Oltre allo “storico” Tanpopo, basti citare a caso Udon, Shiawase no shiori, Kamome shokudou, Nonchan noriben, Shokudou katatsumuri. Il film di Kurimura – all’esordio alla regia dopo vari incarichi da produttore, fra cui 2046 di Wong Kar-Wai – ha invece il merito, pur non essendo del tutto compiuto, di affrontare l’argomento cibo dal punto di vista opposto, cioè come manifestazione di un disagio.
Varie storie si intersecano e ognuna di esse racconta un rapporto anomalo con il cibo: Kujo, un uomo con problemi relazionali, riesce a mangiare solo il cibo che prepara personalmente; Mie, una donna in crisi con il fidanzato che mangia e non lavora è bulimica; un uomo con problemi di lavoro evita progressivamente di mangiare i manicaretti che prepara la moglie allo scopo di lasciarsi morire.
Ne risulta l’immagine di una società profondamente a disagio, soprattutto per ciò che riguarda i rapporti interpersonali. Kurimura ha però la buona idea di non dipingere una quadro monotonicamente negativo e, per contrasto, mette in gioco la figura di Saori (Sakuma Mayu, già vista in Exte di Sono Shion), la cuoca di un ristorante che prepara con amore i cibi che le vengono ordinati e resta male ogni volta che i clienti lasciano del cibo nel piatto. Sarà proprio Saori che, tramite l’amore, riuscirà a rompere l’isolamento di Kujo. Allo stesso modo, anche le altre storie troveranno un punto di equilibrio grazie a uno spunto amoroso. L’amore, con la “a” minuscola, come modo più naturale e immediato di rapportarsi agli altri, è l’elemento salvifico. Nulla di lirico, nulla di retorico, la semplice e sana rappresentazione dei bisogni basilari dell’uomo: amare, mangiare, dormire. La sintesi finale ce la dàuno dei personaggi: “Si mangia per vivere, si vive per mangiare”.
Il film è ancora inedito. Finora è stato presentato al Moscow International Film Festival 2010 (Premio Netpac) e ad Asiatica Film Mediale 2010 (Menzione Speciale della Giuria e Premio del pubblico). Uscirà nelle sale giapponesi nel mese di maggio 2011. [FP]
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