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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Film giapponesi alla Berlinale

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Dal 10 al 20 febbraio 2011 avrà luogo la 61esima Berlinale. Ecco i lungometraggi  giapponesi che verranno presentati al Festival.

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Heaven’s Story di Zeze Takahisa

Film di quattro ore e mezza del regista conosciuto come uno dei “Quattro Re del Pink”, per i suoi film erotici degli anni ’90. Primo nella classifica dei migliori film 2010 secondo la rivista Eiga Geijutsu e terzo per Kinema Junpō, è una storia articolata di vendette che risente di non pochi influssi teatrali e che coinvolge personaggi diversi: la giovane superstite di una famiglia massacrata da uno psicopatico, un uomo che giura vendetta per la morte della moglie e del figlio, un poliziotto divenuto killer per aiutare la famiglia di un altro uomo da lui stesso ucciso per legittima difesa, un musicista rock parzialmente sordo che riesce ad interrompere per qualche anno il ciclo della violenza… Il film si fonda su di una struttura epica e surreale densa di misteriose e strane coincidenze.

Sekai Good Morning!! (Good Morning to the World!!) di Hirohara Satoru
Opera d’esordio del regista, che esplora il mondo dei sentimenti dell’adolescenza. Yuta vive con la madre, sempre molto occupata, in un piccolo appartamento nei sobborghi di Tokio. La sua è un’esistenza solitaria in un mondo che lui stesso crea, nella propria camera, dando agli oggetti nomi inventati dalla sua fantasia.
Sulla strada verso la scuola, in un tunnel che deve percorrere, Yuta incontra spesso un barbone, al quale un giorno ruba la borsa. Il giorno dopo l’uomo viene trovato morto. E’ il momento della svolta: il ragazzo decide di partire alla ricerca della famiglia del defunto. E lo farà con ogni mezzo, cercando tracce tra le cose dell’uomo, iniziando un viaggio nell’esistenza di un’altra persona, che gli permetterà di aprirsi finalmente al mondo che lo circonda. 

Kazoku X (Household X) di Yoshida Koki
I piccoli gesti di ogni giorno, i rituali della quotidianità, mostrano la disperazione che cresce all’interno del microcosmo di una famiglia. Il regista insiste sui sintomi, piuttosto che sulla diagnosi e traccia l’inesorabile progressione del processo di alienazione, seguendo con sistematica precisione ogni gesto che i tre estranei virtuali compiono. Il film di Yoshida Koki, partendo dal caso specifico, allude al contesto più ampio, ad una società nella quale le interazioni fra i singoli sono segnate da un malessere profondo.

FIT di Hirosue Hiromasa
I personaggi di Hirosue Hiromasa soffrono della pressione delle convenzioni sociali che li rende isolati e soli. Sagawa lavora in una ditta che si occupa di ordinazioni per posta e ogni mattina si esibisce in un personale discorso di incoraggiamento, davanti allo specchio; Nitta vive da sola con il suo cane e l’unica interazione con altre persone sembra averla tramite le ordinazioni per posta; Tahara sente il peso di doversi curare di un fratello con problemi mentali… Raramente il ciclo della solitudine viene infranto da qualche momento di felicità. Il regista mostra una generazione in lotta disperata per la propria individualità, e lo fa sorprendendo lo spettatore con spunti comici e cambi di ritmo, con un approccio a tratti originale. 

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Byakuyakou (Into the White Night) di Fukagawa Yoshihiro

Ispirato al mistery novel “Byakuyakou” di Higashino Keigo, il film racconta la storia dell’indagine conseguente all’assassinio del proprietario di un’agenzia di pegno nel 1980. Il caso viene inizialmente archiviato come suicidio, ma l’investigatore che se ne occupa, il detective Sasagaki, non riesce a smettere di ripensare al figlio della vittima, né alla figlia della maggiore sospettata, la donna che l’uomo assassinato aveva frequentato prima di morire. Diciannove anni dopo gli eventi drammatici, decide di riaprire il caso e quando scoprirà indizi che lo aiuteranno a chiarire le circostanze della morte del proprietario dell’agenzia di pegno, la sua stessa vita sarà in pericolo.

Vampire di Iwai Shunji
L’ultima opera di Iwai Shunji, in una produzione statunitense e canadese, a sette anni dall’ultimo film Hana to Arisu. E’ la storia di Simon Wade, un apparente bravo ragazzo che fa l’insegnante e si occupa della madre ammalata. Peccato che Simon nasconda un lato molto oscuro sotto la superficie: soffre infatti di una sete incontenibile di sangue fresco e questo fa sì che sia sempre alla ricerca in rete di siti nei quali contattare giovani donne aspiranti suicide, delle quali bere il sangue.
Il regista stesso confessa che l’idea di scrivere la storia per questo film sia nata circa dieci anni fa, sempre rimandata a causa di altre produzioni. Quattro anni fa aveva avuto nuovo impulso, a causa di un fatto di cronaca in Giappone, riguardante un ragazzo che andava in cerca delle proprie vittime proprio sui siti degli aspiranti suicidi. Due anni dopo si era reso conto che il momento sarebbe stato propizio per girare finalmente il film negli Stati Uniti. Il regista ha composto personalmente la colonna sonora.

foodantthemaiden-3425524Meshi to Otome (Food and The Maiden) di Kurimura Minoru
Il cibo è sicuramente un piacere, ma è anche un fardello, tenuto conto che occorre nutrirsi tutti i giorni per poter sopravvivere…
Il film è la storia di tre coppie, tutte e tre con problemi riguardanti l’alimentazione (leggi la recensione completa)

Jiro Dreams of Sushi di David Gelb
Un anziano cuoco/maestro di sushi lavora instancabilmente nel suo ristorante di Tokyo, perseguendo l’obiettivo di creare il perfetto sushi. Anche il figlio segue le orme del padre nel leggendario ristorante.  

[CB]

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8 commenti su “Film giapponesi alla Berlinale

  1. Ottimo! Aggiungo l'elenco completo della retrospettiva di Shibuya Minoru.

    – Daikon to ninjin (The radish and the carrot), 1964.
    – Yopparai tengoku (Drunkard’s Paradise), 1962
    – Kojin kojitsu (A good Man, a good day), 1961
    – Mozu (The Shrikes), 1961
    – Akujo no kisetsu (The Days of Evil Women), 1958
    – Seigiha (Righteousness), 1957
    – Gendaijin (Modern People), 1952
    – Honjitsu kyushin (Doctor’s Day Off), 1952

  2. Sì, anch'io. Per fortuna, una di noi parte oggi per Berlino in "missione speciale" e la settimana prossima dovremmo avere le relative recensioni …

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