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Byakuyakō (Into the White Night)

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Byakuyakō (白夜行 , Into the White Night). Regia: Fukagawa Yoshihiro; soggetto: dal romanzo di Higashino Keigo; sceneggiatura: Fukagawa Yoshihiro, Irie Shingo e Yamamoto Akari; interpreti: Horikita Maki, Kōra Kengo, Funakoshi Eichirō, Toda Keiko; durata: 149′; prima: 29 gennaio 2011 – 61th Berlin International Film Festival
Link: Sito ufficialeBerlinale-CatalogoMark Schilling (Japan Times) – Nicholas Vroman (a page of madness)
PIA: Commenti 3,5/5   All’uscita delle sale: 69/100
Punteggio ★★   

Basato sulla popolare mistery story di Higashino Keigo dallo stesso titolo, Byakuyakō è un thriller (ma anche una torbida love story) complicato e denso, che svela una struttura labirintica e ridondante nella quale si muovono personaggi altrettanto complicati e sfaccettati nelle emozioni.
La storia prende l’avvio dalla morte violenta del proprietario di un’agenzia di pegno, nel 1980. La vedova e l’amante di lei vengono sospettati dell’omicidio, ma subito scagionati dall’alibi fornito dal piccolo Ryōji , il figlio del morto. L’uomo assassinato frequentava una donna, la cui figlia Yukiho è una bambina dai modi molto maturi per la sua età. Quando la madre di Yukiho si suicida, il caso viene considerato chiuso, ma non è convinto della soluzione il detective Sasagaki che, diciannove anni dopo, quando i due ragazzi sono ormai adulti e vivono vite apparentemente normali, decide di riaprire il caso.
Fukagawa Yoshihiro sceglie un adattamento da un’opera letteraria per il suo film, così come lo era stato anche il precedente, Makiguri No Ana (Peeping Tom), tratto da un’opera di  Yamamoto Akiko, già adattata per il cinema dal regista coreano Park Shin-woo nel suo White Night del 2009.
E proprio come in Makiguri No Ana, storia di uno scrittore di scarso successo che spia i propri vicini di appartamento attraverso un buco nel muro (con tutte le conseguenze erotico/horror/grottesche che si possono immaginare…), visto al Far East Film Festival di Udine nel 2008, anche in Byakuyakō il regista, dopo una prima parte infarcita di momenti comico/farseschi (i briefing demenziali alla stazione di polizia ne sono un esempio), vira al cupo e si risolve ad un dramma serio.
Nella prima parte si (sor)ride per situazioni comiche sottolineate da tante entrate in scena dei personaggi dal basso dell’inquadratura e da inserimenti musicali fin troppo evidenti, per battute e trovate un po’ alla Scuola di Polizia; poi, come già avveniva anche nel film d’esordio di Fukagawa del 2005, Okami Shōjo (When the Show Tent Came to my Town), l’atmosfera vira al tragico e si fa cupa, la simpatica bambinetta impertinente si trasforma in una gelida dark lady in classico stile noir, il piccolo Ryōji diventa un adulto preda delle nevrosi con le quali è cresciuto (e che lo porteranno alla morte). I fantasmi del passato agiscono nell’ombra e seminano inquietudine.
E’ interessante lo sviluppo dei due personaggi nella seconda parte del film: il trauma infantile produce in lui l’effetto di portarlo alla follia e all’autodistruzione, in lei determina una gelida, e affascinante, insensibilità. Degna di nota la sequenza finale nella quale la macchina da presa segue la protagonista mentre si allontana dal luogo in cui giace il cadavere di Ryōji (suicida) e la mostra infine in primo piano, a lungo, sorridente di un sorriso raggelante. E’ un male, come in Makiguri No Ana, che non sembra riuscire ad emergere mai del tutto, ma che agisce nell’animo e devasta le vite.
Tutto sommato e nonostante i presupposti, il film non riesce a conquistare del tutto. Spesso cede ad un ritmo incostante e alla lentezza, soprattutto nel finale. Belli, bravi (e dannati) i due interpreti, Horikita Maki e  Kōra Kengo. [CB – 61th Berlin International Film Festival – febbraio 2011]
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2 commenti su “Byakuyakō (Into the White Night)

  1. Ciao, segnalo come al solito che i sottotitoli in italiano di questo film sono disponibili nel mio livejournal.

  2. Ciao, segnalo come al solito che i sottotitoli in italiano di questo film sono disponibili nel mio livejournal.

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