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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Birthday Wedding

*** Flashback ***
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Birthday Wedding (id.). Regia: Tazawa Naoki; sceneggiatura: Kodama Yoriko; interpreti: Kimura Tae, Tanaka Tetsushi, Uehara Misa; durata: 73′; prima: 11 giugno 2005
PIA: Commenti 5/5   All’uscita delle sale:  100/100.
Punteggio ★   
Già mentre guardavo il film, e ancor più quando è finito, sono stato incerto se dargli il punteggio massimo o minimo. Alla fine ho scelto il minimo, con un certo divertito rammarico. All’interno del genere “onamida chōdai” (strappalacrime) è infatti una sorta di catalogo di ingredienti essenziali, mostrati allo stato puro. Per questo e per il fatto che gli spettatori giapponesi sia all’uscita delle sale che nei successivi commenti sul sito di PIA abbiano dato il massimo punteggio possibile, vale la pena (si fa per dire) di vederlo e di segnalarlo.
Il fatto di essere un tipico film strappalacrime non sarebbe in sé un difetto, anzi sappiamo che il genere fa parte della sensibilità giapponese. Il problema sta nella regia. Più che una storia è  infatti un montaggio sbrigativo di scene madri. Tanto per dire: comincia con la lunga sequenza di una famigliola (padre, madre, bimba di cinque anni) in riva al mare. La bimba gioca felice, la madre è malata terminale di cancro ai polmoni, il padre lotta contro il pianto. “Il buongiorno si vede dal mattino” si potrebbe dire. E infatti, nella sequenza successiva vediamo la figlia, ormai ventunenne, il giorno prima di sposarsi. Mentre prepara l’abito da cerimonia per il padre scopre una vecchia videoregistrazione fatta dalla madre prima di morire: una specie di addio alla vita e di saluto augurale alla figlia per quando darà maggiorenne. E non è tutto …. 
Anche la recitazione è adeguata all’atmosfera: il padre si muove come se fosse sotto l’effetto di dosi massiccie di valium, neanche se la moglie fosse morta il giorno prima e non da sedici anni; Kimura Tae, nella parte della madre moritura e postuma, agli antipodi dalla mangiatrice di uomini di Tōkyōjima (Tokyo Island), dispiega una catalogo di sorrisi innocenti e malinconici che neanche la Disney accetterebbe. [FP]
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