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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Gantz

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Gantz (Gantz). Regia: Satō Shinsuke; soggetto: dal manga di Oku Hiroya; sceneggiatura: Watanabe Yusuke; interpreti: Ninomiya Kazunari, Matsuyama Kenichi, Yoshitaka Yuriko, Hongo Kanata, Watanabe Natsuna, Taguchi Tomorowo; durata: 130′; prima: 29 gennaio 2011.
Link: Sito ufficiale -Mark Schilling (Japan Times) – M. Douglas (iSugoi.com) – Twitchfilm
PIA: Commenti: 3/5  All’uscita delle sale: 59/100
Punteggio ★★   
 
Tratto dall’omonimo seinen manga di Hiroya Oku, la cui pubblicazione è iniziata in Giappone nel 2000 ed è tuttora in corso. Nel 2004 ne è stata tratta una serie  anime. L’adattamento cinematografico, del regista Satō Shinsuke (di cui si può ricordare The princess Blade, altro action film basato su un manga, del 2004), è diviso in due parti, con il secondo capitolo annunciato per il 23 aprile.
La storia è quella di un death game: due amici, Kei Kurono (Kazunari Ninomiya) e Kato Masaru (Kenichi Matsuyama), dopo aver perso la vita travolti da un treno in metropolitana, si ritrovano in una stanza vuota nella quale troneggia un’enorme sfera nera, il Gantz, appunto. La sfera, che svela la presenza al suo interno di un uomo attaccato ad un respiratore e che provvede a fornire armi sofisticate e tutine dai superpoteri, istruirà i due ragazzi e gli altri neo-defunti arrivati nella stanza, nel gioco che consiste nell’uccidere forme aliene di volta in volta individuate dallo stesso Gantz. Premio finale per chi arrivi ad un punteggio di 100, quello di essere liberati dal Gantz, per giunta con memoria “ripulita”.
Molti gli elementi del manga che sopravvivono nel film, soprattutto per quanto riguarda la struttura della storia; quasi inesistenti invece altri aspetti che lo contraddistinguono: nonostante la scena di “presentazione” del personaggio femminile del film (Watanabe Natsuna) che appare nuda nella stanza, creata da un bell’effetto di computer grafica, il sesso è del tutto rimosso; le scene di violenza sorprendono ben poco. Rimangono accenni di velata critica sociale: i personaggi-icona che rappresentano le sfaccettature umane della realtà sociale – il salary man, la casalinga, il prete, lo yakuza -, sono tutti ingabbiati nel gioco di qualcun altro, che sia il Gantz o un sistema politico-economico, il risultato di impotenza e straniamento è lo stesso; e l’insistenza del giovane Kei nel ripetere frasi da manuale per affrontare un colloquio di lavoro (il film inizia proprio con la sua voce) fa supporre che di colloqui, nel Giappone contemporaneo, un giovane in cerca di lavoro ne debba sostenere molti.
A parte questo, il film è lento e ripetitivo e il ritmo della regia non lo sostiene. Per giunta il doppiaggio in inglese lo mortifica ancora di più. I personaggi sono statici e non evolvono, tranne forse Kei che acquista col prosieguo della storia in cinismo e determinazione.
Apprezzabili alcuni momenti di comicità, come quello in cui Kei, super attrezzato con armi sofisticatissime e tuta per la lotta aliena, sbatte la valigia che contiene la tuta stessa sulla testa del mostro alieno, tramortendolo. O quando con mirabile effetto (citazione de La famiglia Addams?) la mano di uno dei protagonisti si muove autonoma nella stanza del Gantz, mentre il corpo si trova all’esterno. 
Il film però si perde per strada ed è un peccato, data la base di partenza. Mi vengono in mente altri film tratti o ispirati da manga, Nana di  Ōtani Kentarō per esempio o anche Kūki ningyō (Air Doll) di Koreeda Hirokazu, con ben altri risultati. Nel caso di Gantz mi sembra che l’adattamento vada verso un impoverimento della storia, per come viene rappresentata. Interessante qualche spunto: la perdita della memoria come fondamento di “rinascita” e la lotta epica finale, nella quale gli alieni cattivi hanno le forme di statue simbolo delle diverse religioni, buddista, induista. E’ curioso che il regista proponga, sullo scenario di un quasi-Purgatorio di stampo cristiano, una lotta tra religioni, di religioni contro le anime in attesa dell’Aldilà.
Consiglierei la visione del film ai cultori del manga, ma non sono comunque sicura che ne uscirebbero soddisfatti. [CB]
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8 commenti su “Gantz

  1. Ho letto un paio di volumetti del manga, ma non mi erano piaciuto granché, quindi credo che rinuncerò volentieri anche al film. Fra le pellicole di valore tratte dai manga, il primo titolo che mi viene in mente è l'esagerato "Ichi the killer" di Miike…

    Hai per caso visto la trilogia di 20th Century Boys?

  2. Ichi the killer! Beh, certo… Di valore senza dubbio, ed in effetti era il Miike Takashi che ancora mi sorprendeva e piaceva tanto.
    La trilogia di 20th Century Boys mi manca.
    Claudia

  3. Ero curioso di vederlo, anche se non mi aspettavo molto perché il bello del manga sta proprio nello stile di disegno e di narrazione di Oku. Qui, da quel che mi pare di capire, è stato mantenuto solo l'intreccio, privato oltretutto degli elementi di violenza e sesso che sono un po' il marchio di fabbrica di Oku… quindi mi sembra plausibile che sarà di una noia mortale!

  4. la violenza c'è e il film è anche abbastanza sanguinolento per essere cosi smaccatamente mainstream, l'erotismo invece è confinato solo alla prima scena con kishimoto. io comunque mi son divertito abbastanza. a breve in arrivo anche la mia rece

  5. Non ho visto Gantz. Ho visto invece la trilogia di 20thCB che, seppur abbastanza fedele all'ottimo manga, delude a causa di regia/fotografia/recitazione di stampo televisivo.

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