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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Wakiyaku monogatari

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Wakiyaku monogatari (脇役物語, Cast Me, If You Can). Regia: Ogawa Atsushi; soggetto e sceneggiatura: Ogawa Atsushi e Shiratori Akane; interpreti: Matsuoka Tōru, Nagasaku Hiromi, Tsugawa Masahiko, Emoto Akira, Matsuzaka Keiko, Maeda Ai; durata: 97′; prima: 23 ottobre 2010.
Link: Sito ufficialeMark Schilling (Japan Times) – Michel Douglas (iSugoi.com)
PIA: Commenti: 3/5   All’uscita delle sale: 63/100
Punteggio ★★1/2   
Hiroshi è un attore quarantenne che interpreta sempre ruoli di supporto e vive all’ombra del padre, un romanziere famoso. Hiroshi ha la peculiarità di rendersi utile per gli estranei ma il risultato è che viene sempre scambiato per qualcun altro: impiegato, commesso, benzinaio, persino rapitore di bambini. Insomma, la persona sbagliata nel posto sbagliato. Quando finalmente sembra stia per fare il salto verso un grande ruolo da protagonista, sarà ancora un equivoco a fermarlo. Inutile dire che è anche sfortunato con le donne. Un giorno incontra Aya (Nagasaku Hiromi), una attrice dilettante allegra ed estroversa che lo riconosce per chi è effettivamente, senza scambiarlo per qualcun altro. Hiroshi si innamora di lei ma non riesce a dichararsi e fare passi avanti. Intanto gli equivoci si infittiscono e il padre di Hiroshi è convinto che lui e Aya siano fidanzati ….
Ogata Atsushi, al suo esordio nel lungometraggio dopo una lunga serie di cortometraggi, riesce a dirigere un cospicuo numero di attori di ottimo livello e a darci una commedia di “attori su atttori” fresca e leggera ma non banale. Non c’è nulla di particolarmente originale nello scioglimento dei vari equivoci e nodi narrativi ma dal ritratto dei personaggi e dei loro limiti traspare una umanità che coinvolge.
Matsuoka Tōru, che sembra scelto apposta per caratteristiche affini a quelle del personaggio che interpreta, è molto bravo nonostante qualche rigidità; Nagasaku Hiromi è sempre piacevole e sorprendente per la sua versalità nei ruoli più disparati. Oltre a Tsugawa Masahiko, un po’ gigionesco, va menzionato, seppur in una parte minore, Emoto Akira, uno dei grandi comprimari, e talvolta protagonisti, del cinema giapponese odierno. [FP]
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