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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Dengekikon – perfume of love

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Dengekikon – perfume of love (電撃婚 – Perfume of love, Dengekikon – Perfum of Love). Regia: Tanimura Masaki; sceneggiatura: Nezu Rika; interpreti: Tanaka Rena, Nishimura Masahiko, Sakai Wakana, Tanaka Miho; durata: 154′: uscita: 3 dicembre 2010.
Punteggio ★★   
Un ricco e gentile scapolone (Nishimura Masahiko), rimasto orfano di entrambi i genitori in tenera età, ha fatto da padre alla sorella minore e, dopo il  matrimonio di lei, vive da solo con unica compagnia uno strano animaletto tipo granchio che si chiama Kyuchan e al quale racconta i suoi crucci. Arrivato ai quarantacinque anni, si lascia strappare dalla sorella il consenso ad andare a un omiai, un incontro per un matrimonio combinato. La “controparte” dell’incontro è una venticinquenne bella e vivace (Tanaka Rena)  che “deve” a tutti i costi sposarsi con un marito ricco per pagare un debito rifilatole da un fidanzato che l’ha abbandonata. A contorno della vicenda c’è un divertente ricorso della tematica dei profumi: il protagonista ha un olfatto straordinario e come lavoro crea nuovi porufmi; una sera una sconosciuta si addormenta sulla sua spalla sul bus; all’incontro matrimoniale riconosce dal profumo la ragazza del bus; fa visita al padre di lei per chiedergli la mano della figlia e dopo varie difficoltà iniziali, trova un’intesa nel condividere il piacere di assaporare i profumi della terra, e così via.
Molto bravi i due protagonisti. Tanaka Rena, superati i trent’anni sta trasformando la sua aspra bellezza da scugnizza in linee più morbide e accattivanti. Nishimura Masahiko, spesso confinato nel ruolo di comprimario pessimista o cattivo in virtù del suo ghigno naturale, trova una misura straordinaria nel recitare la parte di quest’uomo timido e gentile. Ugualmente brava Sakai Wakana nel ruolo della sospettosissima sorella che per amore del fratello si trasforma in madre e detective.
Questa banale e divertente commedia sentimentale di centocinquantaquattro minuti è da segnalare non tanto per la storia o la regia quanto come esempio delle nuove strade che sta prendendo l’industria dello spettacolo in Asia. Il film, infatti, è un drama trasmesso da Fuji Television sul suo canale BeeTV, dedicato alle trasmissioni destinate ai telefoni cellulari. Distribuito originariamente in 16 puntate da 7 minuti ciascuna, dopo la “messa in onda” è poi stato rimontato in un unico pezzo e distribuito in dvd. Il “film” è quindi la somma, penso con qualche intervento di montaggio, degli episodietti che migliaia di giapponesi hanno guardato frettolosamente sui treni mentre andavano e tornavano dal lavoro o dalla scuola. La cosa che colpisce, oltre al fenomeno per noi inedito, è che, nonostante i limiti oggettivi, il film funziona! Non è certo un capolavoro, della mano autoriale non si vede traccia, idee nuove non ce ne sono, ma funziona. Non annoia particolarmente, intrattiene. 
Così come sta succedendo nella letteratura con il keitai shōsetsu, i romanzi per cellulare, il mezzo tecnologico impone trasformazioni nelle modalità narrative e comunicative. L’esigenza di tenere viva l’attenzione di un passeggero del treno in mezzo alla folla nelle ore di punta fa sì che si debba mantenere un ritmo narrativo elevato, che non ci si possa diffondere in lungaggini meditative, che la struttura della storia sia abbastanza semplice da poter essere riportata velocemente a mente ogni volta che, sullo stesso treno, con la stessa folla ma in giorni diversi, si guarda una nuova puntata. Insomma, non tutto il male viene per nuocere ….
[Franco Picollo]
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