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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Neck

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Neck (ネック, Neck). Regia: Shirakawa Takeshi; soggetto: Maijō Ootarō; sceneggiatura: Era Itaru, Fujiira Hisako; fotografia: Nakabori Masao; suono: Ogawara Masaru; interpreti: Aibu Saki, Mizobata Junpei, Kuriyama Chiaki, Hiraoka Yuta, Watabe Yuta, Komatsu Ayaka; durata: 96′; uscita nelle sale giapponesi: 21 agosto 2010
PIA: Commenti:  3/5   All’uscita delle sale: 61/100
Punteggio ★★★★   
Fin da bambina, Sugina (Aibu Saki) è attratta dai fantasmi e ha un certo gusto nello spaventare il suo compagno di giochi Takashi (Hiraoka Yuta). dopo una ventina d’anni ritroviamo Sugina che continua a cercare di evocare i fantasmi in un laboratorio universitario, convinta che la paura che le emozioni che una persona prova quando ha paura, se opportunamente utilizzate possono materializzare i fantasmi. A tal fine costringe Tomokazu, uno studente innamorato di lei (Mizobata Junpei), a rinchiudersi in una scatola da lei costruita e a prestarsi all’esperimento. L’esperimento sembra fallire ma per caso Sugina incontra Takashi, diventato uno scrittore horror di successo, e una sua assistente (Kuriyama Chiaki). I quattro  ripeteranno l’esperimento in una villa stregata ….
Il regista Shirakawa Takeshi, dopo aver diretto alcuni drama televisivi, esordisce nella regia cinematografica con quella che vorrebbe essere una commedia adolescenziale horror. Più che un genere, è la mescolanza di tre generi, laddove l’horror è annacquato e “commedia adolescenziale” è inteso come il passaporto per le più banali sciocchezze. Effetti speciali fabbricati in casa, bambole assassine, armature senza corpo, maghi che scendono dal cielo si uniscono nella missione impossibile di suscitare qualche emozione ma non ce la fanno.
Aibu Saki (Onnatachi wa nido asobu, Golden Slumber) spreca la sua sensualità innata, mentre Kuriyama Chiaki conferma la sua inconsistenza al di fuori dei deliri (e non è un complimento) tarantiniani. Mizobata Junpei (Kimi ga odoru, natsu, Halfway) non ha altro da offrire che la sua faccia tonda da attore “carino”. [Franco Picollo]

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