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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Ai (Love)

sonogiovane-2812804Ai (愛, Love 1986).  Regia, soggetto, riprese, suono, montaggio: Sono Sion. Interpreti: Sono Sion (se stesso), Kawanishi Hiromi (se stessa). Durata: 31’. Anno: 1986.

Questo film verrà presentato nella rassegna “Rapporto confidenziale” al 29° Torino Film Festival (29 novembre-3 dicembre). In tale occasione “Sonatine” pubblicherà in collaborazione con il Festival il volume “Il Signore del caos. Il cinema di Sono Sion”, contenente un’intervista inedita a Sono, un’ampia introduzione alla sua opera, alcuni saggi critici e le schede di tutti i film proiettati nella rassegna.
Un grido d’amore rabbioso. Sono lo realizza praticamente da solo e senza mediazioni narrative, recitando se stesso. Così come sarà poi nel più compiuto Otoko no hanamichi, piuttosto che allo svolgersi di una storia, si assiste alla rappresentazione in presa diretta dello stato d’animo e della condizione di vita del protagonista, il regista stesso. L’occasione della performance è l’assenza della fidanzata, un fatto che il giovane sperimenta per la prima volta da quando sono insieme.
La raffigurazione della foga rabbiosa del protagonista prende la forma della distruzione, mentre in Otoko no hanamichi sarà la corsa a esprimere l’inquietudine esistenziale del protagonista. Le riprese delle luci e delle insegne luminose nel finale prefigurano la seconda parte di Otoko no hanamichi e spunti di opere successive.
Nel 2000 Sono ha dichiarato sul suo sito ufficiale: “C’è un fatto che non ho mai raccontato a nessuno. All’epoca di “Ai” ho avuto la mia prima ragazza. C’è stato a malapena il tempo di assaporare la felicità di questo amore che lei, per un seminario universitario o qualcosa di simile, è andata via da Tokyo per una settimana e io sono diventato intrattabile, irascibile, rabbioso, mi è sembrato quasi di impazzire. In quel momento vi è venuto in mente che forse potevo trasformare questa energia senza sbocco in qualcosa. Ah, ecco faccio un film personale!, mi sono detto. Ho preso la telecamera, mi sono scatenato come se esplodessi e ho ripreso la mia settimana senza di lei. (…) Corro nudo per la città, distruggo la città, grido ti amo‘”. [Franco Picollo]
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