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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Momoiro sora wo (ももいろそらを, About the Pink Sky)

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Momoiro sora wo (ももいろそらを, About the Pink Sky). Regia, sceneggiatura e fotografia: Kobayashi Keiichi. Suono: Hidaka Naruyuki. Interpreti e personaggi: Ikeda Ai (Kawashima Izumi), Koshino Ena (Ono Hasumi/Haruko), Fujiwara Reiko (Mayuzumi Kaoru), Takayama Tsubasa (Sato Koki). Produzione: Harada Hiroshi, Matsushima Sho, Michael Gion. Durata: 113’. Prima proiezione in Giappone: 22 ottobre 2011 Tokyo International Film Festival.
Link: Dichiarazioni del regista (Hollywood Reporter) – AsianexpressJeo Bendei (Libertas Film Magazine) – Jordan M. Smith (Ioncinema) – Japan Cinema Net Esther Merino (Slug Magazine) – Don Simpson (Smells Like Screen Spirit) 
Punteggio ★★1/2
about_the_pink_sky_0-7908134Primo lungometraggio di finzione del giovane Kobayashi Keiichi (classe 1972), About the Pink Sky può già vantare importanti riconoscimenti come il Premio al miglior film giapponese del Tokyo Film Festival (nella sezione Japanese Eyes) e il Gran premio della giuria al Sundance Film Festival, cui possiamo aggiungere la partecipazione al Festival di Rotterdam. Girato in bianco e nero, senza l’ausilio di musiche d’accompagnamento, e con un’evidente predilezione per l’uso della macchina a mano e dei long take, About the Pink Skysi presenta, nel suo tessuto formale e nelle sue scelte di regia e messinscena, come il tipico esempio di un film indipendente e pensato soprattutto per il mondo dei festival. Tali opzioni formali si accompagnano però a una storia piuttosto mainstream, almeno per quella che è la realtà del cinema giapponese. Izumi è un adolescente che alterna momenti di indolenza ad altri di determinazione. Quando trova un portafoglio che contiene 300.000 mila yen (all’incirca 3.000 €) decide, dopo aver scoperto che appartengono al figlio di un ricco politico corrotto, di non restituirlo e ne presta una buona parte ad un amico adulto in evidenti difficoltà finanziarie. Venute a sapere dell’accaduto, le sue due amiche Hasumi e Kaoru la obbligano a restituire il portafoglio al suo proprietario. Questi, il giovane Satō Koki, pretende, in cambio del denaro mancante, che le tre ragazze lo aiutino a redarre un giornale che dia solo buone notizie. La ragione è che così potrà allietare la vita di una persona cara ricoverata in ospedale. Le tre ragazze accettano, più o meno convinte, l’offerta e si mettono al lavoro, senza nascondere l’attrazione che provano verso il ricco e bel Koki, che creerà fra loro anche qualche rivalità. Il punto culminante della vicenda si ha quando Izumi si reca in ospedale per vedere chi sia la persona cara che Koki vuole aiutare e scopre così che questi è un ragazzo con cui lo stesso Koki ha una relazione. Il film si muove con quei toni garbati e delicati tipici di molto cinema e narrativa giovanilistici giapponesi (Banana docet), offre un ritratto piuttosto sfaccettato del mondo degli adolescenti, in grado anche di declinare questioni molto diverse fra loro che vanno dal sentimento al lavoro, e si affida a un narrazione che alterna coupe de théȃtre e lunghi momenti di pausa scevri da ogni tensione drammatica (in particolare le passeggiate di Izumi). Un film dove niente sembra sbagliato e fuori posto, ma a cui manca qualcosa per andare oltre la semplice correttezza. [Dario Tomasi] 
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