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Hankyū densha: katamichi 15-fun no kiseki (阪急電車:片道15分の奇跡, Hankyu Railways – A 15-Minute Miracle)

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Hankyū densha: katamichi 15-fun no kiseki ( 阪急電車 片道15分の奇跡, Hankyu Railways – A 15-Minute Miracle). Regia: Miyake Yoshihige. Soggetto: dal romanzo omonimo di Arikawa Hirō. Sceneggiatura: Okada Yoshikazu. Fotografia: Ikeda Hidetaka. Interpreti: Nakatani Miki, Toda Erika, Miyamoto Nobuko, Minami Kaho, Tanimura Mitsuki, Katsuji Ryō, Ashida Mana. Produttori: Tamura Yūki, Oki Takako. Durata: 119 minuti. Uscita nelle sale giapponesi: 29 aprile 2011.
Link: Sito ufficialeRichard Gray (The Reel Bits)
Punteggio ★★1/2

Le preoccupazioni, le ansie, i drammi di otto persone – sei donne, un ragazzo e una bambina – accomunati dal fatto di prendere lo stesso treno. La linea Imazu delle Ferrovie Hankyū che danno il titolo al film, collega le città di Nishinomiya e Takarazuka (sede del famoso teatro omonimo di sole donne) nella prefettura di Hyōgo, nel sud del Giappone. Su questo treno salgono pressoché quotidianamente i vari personaggi e, come recita un po’ retoricamente il sottotitolo, sebbene la corsa tra le due stazioni duri solo quindici minuti, le vite di questi pendolari vengono cambiate dalla loro reciproca interazione.
Gli otto protagonisti condividono tutti, per un motivo o per l’altro, lo stato d’animo di far fatica a tirare avanti (“yarikirenai kimochi”). Non è una sofferenza mortale ma è comunque un peso, soprattutto perché  tutti pensano che non si possa dire nulla agli altri, che ci si debba rassegnare al fatto che non c’è nessuno cui raccontarlo. Così, per esempio,  Shōko (Nakatani Miki) viene lasciata dal fidanzato poco prima di sposarsi perché lui ha messo incinta un’altra; Misa (Toda Erika) vive in stato di ansiosa soggezione il rapporto con il fidanzato violento, Yasue (Minami Naho) ha come unico desiderio quello di curare la casa e la famiglia ma non riesce a sottrarsi  ai pressanti inviti alle rumorose uscite pubbliche del gruppo di amiche cinquantenni;  ancora, Ami (Ashida Mana), anche se ancora bambina, vive già nell’incubo delle compagne di scuola che la tiranneggiano. 
Sarà proprio il treno che, di viaggio in viaggio, con leggeri contatti progressivi li farà venire a conoscenza l’uno dell’altro e a offrire loro l’occasione di parlare, di essere compresi. In alcuni casi, come quello di Keiichi (Katsuji Ryō) e Miho (Tanimura Mitsuki), i due adolescenti emarginati perché incompresi e ritenuti “inadatti” dai rispettivi gruppi, addirittura a trovare insieme, attraverso l’amore reciproco, una nuova strada da percorrere. Tutti i personaggi scoprono così che non si è soli nella sofferenza, che anche gli altri spesso sono infelici e che c’è qualcuno che prova il genuino desiderio di ascoltarci, di aiutarci. Così facendo, aprendosi agli altri e cercando di aiutare gli altri, ognuno trova/ritrova ragioni positive per vivere.
Tratto da quello che è stato indicato dalla rivista letteraria Da Vinci come il miglior romanzo romantico del 2007, il film non va oltre la garbata descrizione di questo spaccato di esistenze comuni e l’invito, un po’ generico, alla speranza, alla possibilità del cambiamento, all’apprezzare la vita anche quando non ci sorride. Buone idee, buoni propositi, gradevolezza del racconto ma poca drammaticità vera nonostante il cast di grandi attrici. [Franco Picollo]

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