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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Dai giornali giapponesi: “Potechi” di Nakamura Yoshihiro

250px-potechi-p1-5114021Il titolo è una contrazione di “potato chips”. Sembrerebbe non esserci una relazione con il contenuto e, invece, stranamente, è stata realizzata un’opera di quel sapore.
I personaggi principali sono un giovane ladruncolo (Hamada Gaku), una ragazza diventata sua fidanzata per uno strano destino (Kimura Fumino) e un enigmatico amico più anziano del giovane (Ōmori Nao). Ruotando intorno a un giocatore di baseball professionista nato lo stesso giorno del ragazzo, la storia si sviluppa in direzione inaspettata.
Soggetto originale di Isaka Kōtarō, regia di Nakamura Yoshihiro, ambientato a Sendai. Stessa squadra di “The Foreign Duck, the Native Duck, and God in a Coin Locker” e di “Golden Slumber”. Anche Hamada e Ōmori sono vecchie conoscenze delle opere frutto della combinazione Isaka-Nakamura. Grazie allo stesso staff e allo stesso cast di sempre, il film è stato girato in soli otto giorni.
Aggiungere troppi elementi al di là del necessario è una tendenza diffusa nei film contemporanei ma Nakamura, sfruttando il fascino della coinvolgente storia originale, mostra pienamente la sua abilità professionale e da un romanzo di media lunghezza ha ricavato pari pari un film di media lunghezza di 68 minuti.
Realismo di Sendai come città di provincia. L’affiatamento degli attori ha del miracoloso. Il culmine è la scena dell’incontro di baseball che, attraverso la forza delle comparse volontarie del posto raccolte in massimo numero per l’occasione, viene dipinta in maniera grandiosa.
Anche Nakamura regista recita nel ruolo del personaggio “Nakamura”. Ciò che è più commovente è la scena del miracolo che accade al personaggio “Nakamura”. Poiché è ambientato a Sendai, l’ombra del grande terremoto del Giappone orientale è sempre presente ma la scena finale, che sembra indicare la luce, è stupenda.
Anche se non soddisfano come alimento principale, le invitanti “patatine” ritratte in maniera croccante non sono da buttar via. (Kokaji Kazuo – Yomiuri Shinbun 11/5/2012)
[Traduzione libera di Franco Picollo]
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