classici1-1845135

SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Robo ji (ロボジー , Robo-G)

250px-robo-g-p1-5186510
Robo ji (ロボジー , Robo-G). Regia e sceneggiatura: Yaguchi Shinobu. Fotografia: Yanagishima Katsumi. Montaggio: Miyajima  Ryūji. Interpreti: Mickey Curtis, Hamada Gaku, Kawai Chan, Kawashima Junya, Yoshitaka Yuriko, Tabata Tomoko, Wakui Emi, Ono Takehiko. Produzione: Tōhō. Durata: 111′. Uscita nelle sale giapponesi: 14 gennaio 2012.
Link: Sito ufficialeMark Schilling (Japan Times) – Alex Di Giovanna (Movie Buzzers)
Punteggio ★★★
Tre scalcinati progettisti di una azienda produttrice di robot ricevono dal loro attivissimo capo (Ono Takehiko) la ferale notizia che di lì a una settimana il robot cui stanno lavorando verrà presentato pubblicamente. L’agitazione da cui vengono presi i tre, consapevoli che il loro robot non è in grado di fare granché, genera un movimento inconsulto di uno di loro che mette in moto il robot: l’automa si agita un po’, va alla finestra, cade e si distrugge. Parallelamente vediamo il signor Suzuki (Mickey Curtis), un anziano signore ormai vedovo che amerebbe fare teatro e vive in solitudine senza trovare né nella famiglia della figlia (Wakui Emi), dove tutti sono troppo presi dai loro affari, né nel centro anziani del quartiere, dove le persone sono troppo banali e stereotipate. Suzuki cerca una qualche occupazione e finisce a un provino organizzato dai tre progettisti per trovare qualcuno che vesta (in senso letterale) i panni del robot “morto” per salvare il posto di lavoro.Viene assunto e la sua performance come robot ottiene un grande successo anche perché salva la vita di una giovane spettatrice appassionata di robot (Yoshitaka Yuriko). Finisce sul giornale e diventa un caso, generando una serie di altri impegni pubblici per il “robot” ma l’aumento dell’attenzione mediatica fa aumentare anche il rischio che il segreto, o l’imbroglio che dir si voglia, venga scoperto ….
Yaguchi Shinobu è noto e affermato come creatore di grandi successi del box-office: suoi sono Water Boys (2001), Swing Girls (2004) e Happy Flight (2008). Dopo quasi quattro anni di silenzio torna con questo film un po’ diverso dalle sue formule vincenti, che esprime una comicità magari meno pimpante ma più originale, un po’ distaccata e venata di malinconia.
In più di un’occasione il film strappa la risata e in generale trasmette un senso di piacevole freschezza per le situazioni tutto sommato inedite che crea. Come forse è inevitabile per un’idea di questo tipo, la prima parte è più vivace mentre la seconda rischia di cadere nella ripetizione ma Yaguchi riesce comunque a mantenere la narrazione nei binari di un’intrattenimento intelligente e coinvolgente. Anche il significato complessivo ha tutto sommato una valenza positiva, laddove sembra voler dire che anche da anziani e pensionati non necessariamente si deve aderire passivamente alle soluzioni preconfezionate (il nonno trascurato, il centro anziani) ma, inseguendo le proprie curiosità, si può trovare una via per contrastare la solitudine cui si viene spesso condannati dalla società e dai famigliari.
Mickey Curtis ha un’espressività basata sull’understatement che trasmette una comicità naturale, e anche i tre progettisti, nella loro reciproca diversità (Hamada Gaku timido e pauroso, Kawai Chan estroverso e crasso, Kawashima Junya dolce e ritroso) sono piacevoli. Yoshitaka Yuriko nella parte della studentessa appassionata di robot viene recuperata a un ruolo più “normale” in rapporto alla sua età, dopo aver recitato in qualche drama televisivo come amante o ragazza disillusa.  [Franco Picollo]

CONDIVIDI ARTICOLO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *