classici1-1845135

SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Dai giornali giapponesi: “Himitsu no Akkochan” (Akko-chan The Movie)

250px-akko-chan-movie-p2-8754696

E’ passato ormai mezzo secolo da quando Akatsuka Fujio ha cominciato a pubblicare il manga originale a puntate “Himitsu no Akkochan” sulla rivista “Ribon”.
Il film ha preso a prestito solo l’impostazione del manga ma per il resto è un’opera originale. Anche l’epoca viene spostata al presente e, attraverso le incalzanti e sfavillanti immagini pop, la componente fantastica evolve in una commedia farsesca. Tuttavia, quella visione del mondo fa provare inaspettatamente nostalgia.
Akko, alunna di scuola elementare di 10 anni (Yoshida Riko), riceve dallo spirito dello specchio un portacipria magico che può trasformarla in qualunque cosa. Akko si trasforma in adulta (Ayase Haruka), incontra un dipendente di una azienda di prodotti di bellezza (Okada Masaki) e viene coinvolta in un intrigo per impadronirsi dell’azienda.
Nell’epoca Shōwa [1926-1989, ndt] il mondo degli adulti e quello dei bambini erano rigorosamente separati. Di conseguenza, potevamo credere che i bambini fossero puri. Con il passaggio all’epoca Heisei [dal 1989 a oggi] il confine tra adulti e bambini inizia a dissolversi. Oggi, ormai, bambini che sembrano adulti diventano adulti che sembrano bambini.
La protagonista del film ha l’aspetto di una persona di 22 anni ma lo spirito di una di 10. La farsa che nasce da questo divario fa emergere nitidamente la differenza tra adulti e bambini. Della purezza dell’atteggiamento dei bambini, anche se ormai sembra poco credibile, poiché “si tratta di un bambina che si è trasformata in una adulta”, si può ridere tranquillamente. Ayase, il cui carattere ridente conserva ancora tratti infantili, è perfetta per la parte.
Anche Akatsuka, il genio delle gag distruttive, in un primo periodo dipingeva molte storie compassionevoli che facevano pensare fosse una persona gentile. La scena in cui l’impiegato impersonato da Okada racconta i suoi ricordi della madre, è simile a quelle storie compassionevoli e tocca il cuore. Come Akkochan trasformata, anche il film, dietro l’apparenza dell’attualità, nasconde la “purezza” dell’epoca Shōwa.
[Kokaji Katsuo – Yomiuri Shinbun Online – 7/9/2012 – Traduzione libera di Franco Picollo]

CONDIVIDI ARTICOLO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *