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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Mizue Mirai’s Wonder (水江未来監督作品 『Wonder』)

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Wonder. Regia: Mizue Mirai. Musica: Pascals. Produttori: Hirose Shuma, Okamoto Tamaki per CaRTe bLaNChe. Durata: 8 minuti. Anno: 2013. Diseganto a mano e girato in 35 mm.
Link: Berlin Film Festival 2014 (con video) – Cathy Munroe-Hotes (Nishikata Film Review)
Forme quasi vegetali che cambiano incessantemente e si intrecciano con la musica, geometrie pulsanti, cubi, parallelepipedi cangianti di colori e ancora strani esseri quasi unicellulari che si disfano e ricompongono, e ancora un continuo ma allo stesso tempo segmentato flusso di colori. 
Tutto questo e molto di più è ciò che è scaturito dalla creatività dell’artista giapponese Mirai Mizue in questi ultimi tredici anni. I suoi primi lavori d’animazione astratta, perchè è questa la definizione che forse più di tutte gli si adatta, risalgono all’inizio del millennio con picchi di esposizione internazionale ricevuti nel 2011, quando fu invitato alla Biennale di Venezia con il suo corto MODERN No2 nella sezione Orizzonti. Sarà proprio questo lavoro che gli permetterà di fare il giro del globo ed essere invitato in varie manifestazioni dove riceverà altri riconoscimenti, fatto molto importante per un artista di nicchia e le cui animazioni sperimentali, anche nel suo paese, sono comunque considerate opere liminari e di confine. L’arte di Mizue si inserisce infatti alla perfezione in quello spazio, già presente nei decenni passati naturalmente ma ora in piena fioritura, esistente fra cinema, arte visiva e video istallazione.
L’ultimissimo lavoro di Mizue, Wonder, è stato presentato all’edizione di quest’anno del Festival Internazionale di Berlino nella sezione dei corti. Si tratta di un’opera di circa otto minuti che ha una storia molto peculiare che ci fa ben comprendere la filosofia che sta dietro all’atto creativo dell’ancora giovane artista giapponese (ricordiamo che è nato nel 1981). A cominciare dal primo aprile del 2012, ogni giorno e continuativamente per 365 giorni, Mizue ha realizzato un secondo di quello che poi sarebbe diventato il lavoro compiuto e cioè disegnando a mano 24 disegni, 24 fotogrammi al secondo. Il tutto senza una storia o una struttura preesistente cui fare riferimento, niente storyboard o sceneggiatura. Ogni giorno Mizue trovava ispirazione dai disegni realizzati il giorno preceente e cercava di dare loro continuità oppure di distaccarsene, influenzato quindi anche dalle cose che gli succedevano, dalla casualità, l’umore i piccoli intoppi. Una maratona creativa che ha anche un’ altra peculiarità e cioè quella di essere stata parzialmente sostenuta economicamente da un’operazione di crowdfunding su Kickstarter, principalmente per coprire le spese di post produzione e quelle per la bella e fondamentale musica realizzata da Pascals. 
Trattandosi di un corto di animazione sperimentale astratta, la musica è naturalmente uno degli elementi più importanti per la riuscita dell’opera. Anche nei suoi lavori precedenti, elemento sonoro e visivo finivano, nei casi più riusciti, per sposarsi ed intrecciarsi in una danza reciproca dove l’uno trovava il proprio coronamento nell’altro. É il caso del già citato MODERN No2, ma anche dell’abbacinante FANTASTIC CELL del 2003 e si ripete magnificamente anche in questo Wonder. I Pascals sono un gruppo acustico composto da 14 musicisti che suonano sia strumenti “veri” (per esempio violino, piano od ukulele) ma anche strumenti giocattolo, finendo per creare una musica allo stesso tempo seria e giocosa, alta e bassa, drammatica e leggera, tutte qualità che si addicono perfettamente alle animazioni multiformi ed in flusso continuo create da Mizue. 
Il film ha un impatto visivo e sonoro notevole, specialmente se visto in sala o in high resolution. La vivacità dei colori e la fluidità delle forme continuamente cangianti ed immerse nel flusso della musica che le completa rappresentano le forze della metamorfosi e quelle creative che costituiscono la vita ed il suo senso del meraviglioso, di “wonder” appunto. 
Come in alcuni suoi lavori precedenti, anche in questa breve animazione Mizue si rifà molto al regno vegetale e animale più minuto degli insetti e dei microorganismi che in una sorta di danza astratta, policromatica e pulsante, sembrano farsi e disfarsi senza sosta nel continuum della vita e della pellicola. Un’euforia che ha la capacità di proiettare lo spettatore al di là del cinema e verso quelle potenzialità dello spazio post-cinematico formato da tutta quella massa di culture visive che esulando dall’idea del cinema come narrazione stanno in questo momento storico esplodendo e che idealmente si ricongiungono con gli actuality film dell’alba del cinematografo. [Matteo Boscarol]
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