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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Subete wa kimi ni aeta kara (すべては君に逢えたから, It All Began When I Met You)

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Subete wa kimi ni aeta kara (すべては君に逢えたから, It All Began When I Met You). Regia: Motoki Katsuhide. Sceneggiatura: Hashibe Atsuko. Interpreti: Tamaki Hiroshi, Takanashi Rin, Kimura Fumino, Higashide Masahiro, Honda Tsubasa, Ichikawa Miwako, Kai Emiri, Tokito Saburo, Otsuka Nene, Baishō Chieko. Uscita in Giappone: 22 novembre 2013.
Link: Trailer 
Punteggio 1/2

Nell’imminenza del Natale, sei storielle strappalcrime scorrono parallele tra gioie e dolori. Ci sono i due fidanzati messi a dura a prova dal fatto di lavorare in due città distanti. La piccola orfana che trova conforto nella maestra dell’orfanotrofio. Il padre malato terminale che passa gli ultimi mesi di vita con la moglie e il figlioletto. Il manager di successo che si innamora di una ragazza povera. E ancora, la vecchia signora che finalmente capisce le ragioni del suo amante di 49 anni prima e la giovane aiutante che decide di rompere gli indugi e dichiararsi all’uomo che ama.
Produzione Warner – sinonimo di prodotto di largo consumo negli USA come in Giappone – luci e canzoni di Natale a tutto spiano, presenza ricorrente della restaurata stazione di Tokyo. Non a caso il film è stato fatto per “commemorare” (traduzione: c’è stato un significativo finanziamento) i cento anni della stazione di Tokyo, la storica costruzione in mattoni all’esterno e marmi e ornamenti all’interno riportata ai fasti originali dopo anni di restauro.
Proprio la stazione come “protagonista” poteva essere l’occasione per costruire una vicenda corale di storie incrociate, passaggi e suggestioni ma purtroppo rimane solo un edificio ripreso un po’ di volte in stile cartolina. Le vicende dei vari personaggi si svolgono così per conto loro e al di fuori della stazione, secondo i più ovvi cliché del melodramma da quattro soldi. In un caso, addirittura, c’è un “tradimento” dello “spirito commemorativo” della stazione, quando nel finale una delle protagoniste sta per lasciare la città con un bus notturno.
Il regista Motoki Katsuhide ha esordito dirigendo alcuni episodi della serie Tsuribaka nisshi (quella con Nishida Toshiyuki, impiegato, e Mikuni Rentaro, presidente della stessa compagnia, entrambi pazzi per la pesca) per poi passare ad altri titoli che non si sono elevati molto dallo standard iniziale. Nel 2012, poi, ha diretto uno dei quattro (!) film realizzati in occasione del rientro dallo spazio dopo vari anni e diversi incidenti della navicella Hayabusa, un evento che ha colpito molto l’immaginario collettivo giapponese.
Anche per quanto riguarda gli attori, pur essendoci vari nomi noti, non c’è molto da dire. Tamaki Hiroshi conferma il suo profilo da “brutto che piace”, Otsuka Nene svolge piattamente il suo lavoro, mentre Baishō Chieko, pur portando bene i suoi settantatré anni, non ci sta proprio nella parte della pasticciera che rievoca l’amore di un tempo. Takanashi Rin, protagonista di Like someone in love di Kiarostami, si ricorda almeno per la freschezza dell’espressione.
Presentato arditamente come la versione giapponese di Love Actually (2003), il film è stato offerto, si fa per dire, in anteprima allo scorso Tokyo Film Festival, il che non va molto ad onore del festival stesso.[Franco Picollo]

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