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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Dari Marusan


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Dari Marusan (id.). Regia, soggetto e sceneggiatura: Takahashi Izumi. Musica: Hiramoto Masahiro. Interpreti: Hirosue Hiromasa, Oshita Miho, Matsumato Takashi, Shin-e Midori, Isobe Yasuhiro, Takanezawa Hikaru, Yabumoto Satoshi, Sugawara Keiko, Namiki Akie. Durata: 103′. World Premiere: 26 novembre 2014, Tokyo FilmEx.
Link: Derek Elley (Film Business Asia)
Dari Marusan (il nome viene dalle note statuine tonde di Bodhidharma senza orecchie) è sordomuta e va a vivere con il fidanzato. Lui cerca di fare il venditore di depuratori per l’acqua, lei lavora come investigatrice specializzata nel ritrovamento di animali domestici scomparsi.
Parallelamente, Yoshikawa vive il dramma della disintegrazione di una amicizia e di un amore. Erano tre amici, lui e una coppia. Lui era l’amante della donna e lei aspettava un figlio da lui. Un giorno i due uomini in macchina uccidono incidentalmente un bambino. I tre si disperdono, Yoshikawa vive come un reietto dormendo in una scatola metallica sul tetto di un edificio in mezzo a oggetti abbandonati.
Nell’avanzare del racconto, il fidanzato di Dari accetta di soggiacere alle richieste sessuali del suo capo pur di avere un lavoro. Yoshikawa incontra Dari poiché cerca il parrocchetto che era volato via anni prima. Le cose si complicano vieppiù. Yoshikawa rivede dopo anni la donna che ha partorito il figlio e la trova in condizioni di alterazione mentale. Dari si trova invischiata nella rete di un killer di gatti scomparsi. Dari e Yoshikawa si scontrano e si ritrovano ….
Sofferenze che si incontrano e, alimentandosi, ne generano altre.
Il regista Takahashi Izumi arriva a questo film – presentato dopo l’esordio al Tokyo FilmEx al Festival di Berlino nella sezione Forum – dopo varie sceneggiature e pochi altri titoli, fra cui due – Aru asa, soup wa (The Soup, One Morning, 2005), cronaca della disintegrazione di una relazione sentimentale a causa della malattia psicotica, e  Atashi wa sekai nanka janai ka (I am not the World You Want to Change, 2012)che già affrontavano tematiche serie e drammatiche legate al disagio mentale.  
Dari Marusan si muove più o meno sempre in tale ambito ma nel suo voler essere artistico e ispirato  sfiora più di una volta il ridicolo. Lasciamo stare il fatto che le storie non siano credibili, il fatto è che non vengono rappresentate in maniera credibile. Gli attori sono mal diretti, le inquadrature non pensate, le ripetute dissolvenze in nero con la scena successiva che si apre solo con l’audio, francamente imbarazzanti. L’intero impianto del film non regge sotto nessun punto di vista ma soprattutto non tocca chi lo guarda.
Un unico merito, però, il film ce l’ha ed è la commovente prestazione dell’attrice Oshita Miho, sordomuta nella vita, che con naturalezza disarmante, tra allegria e tristezza elementari, riesce a comunicarci il dolore non solo suo ma del vivere.  [Franco Picollo]
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