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Iyana onna (嫌な女, Desperate Sunflowers)

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Iyana onna (嫌な女, Desperate Sunflowers). Regia: Kuroki Hitomi. Scritto da: Nishida Masafumi, 
tratto dal romanzo di Katsura Nozomi. Fotografia: Watanabe Makoto. Personaggi e interpreti: Kotani Natsuko (Kimura Yoshino), Ishida Tetsuko (Yoshida Yo), Isozaki Masaru (Nakamura Aoi), Ota Shunsuke (Furukawa Yuta), Oya Miyuki (Nagashima Eiko), Kamiya Marina (Sasaki Nozomi), Hagiwara Michiya (Ishii Lasalle), Hashimoto Keisuke (Hakamada Yoshihiko). Prodotto da: Office Crescendo, Shochiku. Durata: 105′. Uscita nelle sale giapponese: 25 giugno 2016.

Esordio alla regia di Kuroki Hitomi, attrice di lunga esperienza cinematografica e televisiva (vincitrice tra l’altro del premio della Japan Academy come migliore attrice nel 1997 per il ruolo interpretato in Shitsurakuen – Lost Paradise), Iyana onna (Desperate Sunflowers) è una commedia ambientata nel mondo dei rapporti femminili, tratta dal romanzo omonimo di Katsura Nozomi.
Le due donne in questione sono cugine e fin dall’infanzia risulta evidente quanto siano contrapposti i loro caratteri: tanto è introversa, precisa e affidabile Tetsuko, quanto appare eccessiva e priva di regole Natsuko. Nel tempo la prima è diventata avvocato e lavora in uno studio legale, dove improvvisamente irrompe la lontana parente, alla ricerca di un modo per ottenere un ristoro economico da parte di un ex fidanzato che a suo dire ha immotivatamente posto fine alla loro relazione. Da quel momento le vite delle due ragazze ricominceranno ad intrecciarsi, in un crescendo di situazioni al limite del grottesco, e sarà un intreccio che porterà a rivelazioni e cambiamenti per entrambe.
Presentato al 21esimo International Film Festival di Busan, il film affronta con uno stile da commedia leggera il tema dell’amicizia femminile tra due donne i cui caratteri più contrapposti non potrebbero essere. Di fatto i due personaggi, i cui tratti appaiono già ben definiti all’inizio della storia – una delle prime sequenze ritrae Natsuko bambina che, in preda ad una crisi di rabbia, fa a pezzi uno dei vestitini che la nonna ha confezionato identici, per lei e la cugina – subiranno entrambi un decisivo cambiamento nel corso dello sviluppo della vicenda. Per quanto riguarda Tetsuko il contatto con l’energia dirompente della cugina riuscirà a smussare il suo atteggiamento di chiusura nei confronti del mondo e delle proprie emozioni; per Natsuko sarà un percorso di disvelamento dei lati insospettabili della sua personalità, come la fragilità di fronte al rifiuto del figlio, o la sensibilità – anche se forse di partenza un po’ interessata – verso un uomo anziano facoltoso che va a trovare in ospedale. 
Attorno a loro si dispiega uno scenario umano di figure abbastanza prevedibili: il capo di Tetsuko comprensivo e lungimirante, la segretaria dello studio legale simpatica e saggia, l’ex marito di Natsuko altrettanto saggio, che si occupa del figlio adolescente in crisi, l’ex fidanzato sempre di Natsuko, più giovane, odioso e opportunista (non poteva mancare) destinatario di una corale vendetta femminile nel finale. 
In sostanza un’opera prima godibile, con alcuni momenti, volendo, da ricordare, come la rissa che vede coinvolte le due cugine e soprattutto, direi, i primi piani che la regista dedica a Tetsuko (Yoshida Yo), isolandone le espressioni via via più perplesse (quando per esempio scopre di riuscire a provare empatia) o consapevoli (quando tenta un contatto con il marito, che si è preso una “pausa di riflessione”, e si rende conto che forse oramai è troppo tardi), fino ad una liberatoria risata finale. [Claudia Bertolè]

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