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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

IL GIOCO DEL DESTINO E DELLA FANTASIA / WHEEL OF FORTUNE AND FANTASY (Gūzen to sōzō, HAMAGUCHI Ryūsuke, 2021)

Vincitore dell’Orso d’Argento alla 71a Berlinale  – in concorso al Far East Film Festival (24 giugno – 2 luglio 2021) – distribuito in Italia da Tucker Film

★★★★ 

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Il film di Hamaguchi, vincitore dell’Orso d’Argento all’ultima edizione delle Berlinale (dopo i precedenti Happy Hour, presentato al Festival di Locarno nel 2015, e Asako I & II in concorso al Festival di Cannes del 2018), si apre con un’inquadratura-manifesto. In uno spazio aperto, su una piccola altura, un gruppo di persone sta realizzando un servizio fotografico: inseriti nel quadro si trovano, sulla sinistra, alcune persone, sulla destra, un grande albero. Lo sguardo che coglie l’equilibrio perfetto tra figure umane ed elemento naturale – o lo propone come tale – è discosto, a una certa (prudente, sensibile) distanza.

Wheel of Fortune and Fantasy (il cui titolo originale giapponese tradotto significa “Caso e immaginazione”) è un’opera sulla ricerca di equilibrio tra realtà e fantasia, tra caso e schema, nella quale, con un tocco lieve e anche ironico, e focalizzando la propria attenzione sul mondo femminile, l’autore compone un intreccio in cui coincidenze, memorie e casualità si fondono, si frantumano e ricompongono spesso in bilico sul filo delle possibilità, per disvelare il nucleo emotivo delle relazioni.

Il film si articola in tre episodi: nel primo la giovane modella Meiko si rende conto che la sua migliore amica sta frequentando il suo ex, e allora decide di ricontattare l’uomo; nel secondo il professor Segawa, vincitore del premio letterario Akutagawa, è il destinatario del piano diabolico di uno studente che, per vendicarsi di lui, convince la compagna a sedurlo per scatenare uno scandalo; infine, nel terzo, in un ipotetico futuro nel quale un virus ha messo fuori servizio tutti i sistemi informatici, Natsuko incontra per caso una compagna di scuola con la quale aveva un rapporto intimo. 

Le donne di Hamaguchi non hanno vita facile – il regista tratteggia in maniera decisa la situazione femminile in un Paese in cui le pari opportunità sono un traguardo ancora lontano, nel quale spesso alle donne, proprio come nel film, è preclusa la possibilità di aspirare a posizioni lavorative di livello pari a quello dei colleghi maschi -, ma si adattano con coraggio alla discontinuità e alla realtà sempre più relativa. Tra dialoghi rohmeriani e rovesciamenti improvvisi, lo spettatore non può non essere catturato dai colpi di scena, ma anche da uno stile minimale – che rimanda ai grandi maestri del cinema classico, a Ozu, a Naruse -, finendo per cedere al fascino di quel «qualcosa di meno rassicurante» che si insinua nelle pieghe del film, così come della vita. La ricerca dell’equilibrio, nel gioco delle rappresentazioni e dei sentimenti che mutano e si trasformano, lascia il lieve frastornamento da galleria degli specchi, ma è senz’altro coinvolgente. 

Così come risulta intrigante il sesso raccontato, che esordisce lieve nei dialoghi del primo episodio per poi erompere, con intensità e ironia, nel secondo. Il lungo insistito segmento di lettura erotica della ragazza che tenta di sedurre il bizzarro docente, nella stanza con la porta sempre aperta (dal titolo dell’episodio), è una perfetta composizione di elementi, a partire dalla suadente voce della donna, alle espressioni sorprese dell’uomo, al movimento di chiusura della porta (lei) e di riapertura (lui), all’interazione con il corridoio al di fuori del piccolo studio, nel quale transitano altre persone e in cui a tratti si sposta la macchina da presa, con un’alternanza esterno/interno quanto mai evocativa.

Claudia Bertolé


Titolo originale: 偶然と想像 (Gūzen to sōzō); regia e sceneggiatura: Hamaguchi Ryūsuke; fotografia: Iioka Yukiko; musica: Jono Naoki; interpreti: Furukawa Kotone (Meiko), Hyunri (Tsugumi), Nakajima Ayumu (Kazuaki), Kai Shouma (Sasaki), Shibukawa Kiyohiko (professor Segawa), Mori Katsuki (Nao), Kawai Aoba (Nana), Urabe Fusako (Moka); produzione: Harada Shō, Takada Satoshi, Tokuyama Katsumi – Neopa Inc., Fictive LLC; durata: 121’.

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