classici1-1845135

SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

37 SECONDS (HIKARI, 2019)


Presentato alla Berlinale (2019), vincitore nella sezione “Panorama”

Disponibile su Netflix

★★★

37-seconds-2019-hikari-poster-932x1320-3138672

37 secondi sembrano pochi ma per Yuma, una giovanissima illustratrice manga, hanno purtroppo fatto la differenza costringendola su una sedia a rotelle. La sua vita si dipana tra il lavoro di disegnatrice (in veste di ghost illustrator) per la cugina, che si prende tutti i meriti senza far nulla, e una madre molto possessiva che le tarpa le ali. Ma non sarà certo la sedia a rotelle a impedire a Yuma di uscire dalla sua prigione quotidiana e affacciarsi sul mondo alla scoperta di se stessa, del proprio corpo e dei troppi segreti che le sono stati celati.

Utilizzando una sorta di whodunit alla Hitchcock, a cui fregava ben poco di scoprire il colpevole di un delitto, il regista Hikari usa la bravura di Yuma come illustratrice come pretesto per sondare la difficile scoperta della sessualità da parte di una persona che porta con sé la croce della disabilità.  E per farlo usa una figura del tutto secondaria nel plot, ma determinante nella crescita di Yuma, ovvero l’editor di una casa editrice di manga erotici, alla quale la ragazza mostra le proprie illustrazioni, una storia hot dal titolo Hanna e la lussuria del tempo. In modo del tutto spregiudicato, ma anche sincero e diretto, l’editor le chiede se abbia mai avuto esperienze sessuali, perché per illustrare delle scene di sesso è bene sapere ciò di cui si parla e si disegna (“l’immaginazione da sola non è sufficiente”). E dire che il regista ci aveva già messo sulla strada giusta fin dalle primissime inquadrature, dettagli sensuali e carnali delle labbra, delle unghie laccate e degli occhi di una ragazza di cui non conosciamo ancora l’identità. Una strada, nel senso etimologico del termine, che appare brulicante di persone “normali” come la suggestiva inquadratura zenitale dell’incrocio, che pare “rubata” a Il terzo omicidio di Kore-eda Hirokazu, una strada percorsa con mano delicata, ironia e tenerezza, grazie ad anime buone trovate (di nuovo) lungo proibite strade notturne o in love hotel dove si respira certamente più umanità e dolcezza che non dalla perfida cuginetta approfittatrice. 

Anche la scelta di visualizzare il processo creativo di Yuma, contaminando le immagini con inserti anime, va nella direzione di prendere sempre più le distanze da un approccio che rischi di finire nel patetico o nell’ostentazione del disagio che vive Yuma. Ma il viaggio di Yuma è ancora lungo e nella seconda parte ci pare che il rischio, a cui accennavamo prima, prenda corpo in un eccesso di buonismo, un po’ alla Kore-eda degli ultimi film, in cui tutto pare andare, troppo, per il verso giusto e la vita sembra potersi permettere il lusso di cancellare quei 37 secondi. 

Valerio Costanzia


Titolo originale: 37セカンズ (37 sekanzu); regia e sceneggiatura: Hikari; fotografia: Stephen Blauth, Ezaki Tomoo; montaggio: Thomas A. Krueger; scenografia: Uyama Takayuki; musica: Aska; interpreti: Kayama Mei (Takada Yuma), Daitō Shunsuke  (Toshiya), Watanabe Makiko  (Mai), Kawakami Nanami (la porno star), Kanno Misuzu  (Takada Kyōko), Imō Haruka (Yuka); produzione: Hikari, Peter Maez, Yamaguchi Shin, Knockonwood, Hikari Films; durata: 115’.

CONDIVIDI ARTICOLO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *