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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

SEA OF REVIVAL (Nagi Machi, SHIRAISHI Kazuya, 2019)

SPECIALE NIPPON CONNECTION (Francoforte, 1 – 6 giugno 2021)

★★★½


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Un anziano, Katzumi, un po’ burbero e taciturno che di mestiere ha fatto (e vorrebbe ancora fare) il pescatore; la figlia, Ayumi, che ha una figlia, Minami, avuta da un uomo da cui si è separata ma con il quale ha ancora dei contatti; un uomo, Onodera, che fa le veci del padre e che spesso troviamo con la famiglia, quasi come se fosse stato adottato.

È in questo nucleo famigliare che un giorno arriva Ikuo, o meglio torna. La sua dipendenza dal gioco lo aveva portato lontano dall’affetto di Ayumi, ma adesso, come succede spesso a chi è soggiogato dalla ludopatia, decide che è arrivato il momento di smettere con le scommesse al velodromo, di trovarsi un lavoro e provare a dare un senso alla sua vita. Va da sé le cose saranno molto più complicate e Ikuo stesso lo scoprirà sulla propria pelle.

Il mare, evocato dal titolo in inglese, è un po’ l’elemento che unisce a vario titolo i diversi personaggi sotto l’egida del vecchio Katzumi che sembra rinascere e sentirsi vivo solo quando sale a bordo della sua barca. E lo stesso vale per Ikuo la cui deriva causata dal gioco d’azzardo – che Shiraishi stigmatizza con un rovesciamento della macchina da presa ogni volta in cui il demone del gioco si impossessa di lui – si calma quando si imbarca con Katsumi, nel mare calmo. 

Decisamente più suggestivo è però il titolo originale, Nagi Machi, il cui significato è “in attesa della bonaccia” ovvero che la tempesta disturbante che imperversa su questa famiglia si plachi. È sempre il mare a essere parte attiva nella narrazione quando, ad esempio, Ayumi ricorda a Ikuo, in uno dei pochi momenti di tenerezza tra i due, il viaggio nel mare dei Caraibi che hanno sempre sognato di fare assieme. La dinamica famigliare chiama in causa ovviamente anche la giovane Minami che si ritrova sballottata tra un padre biologico, un “padre” rispuntato dal nulla e un “padre” in cerca di un ruolo non ben definito (Onodera). È significativo che durante un litigio tra Ayumi e Ikuo, a causa delle eccessive protezioni materne nei confronti di Minami, Ikuo, che prende le difese della ragazza, si senta dire dalla madre “You don’t know what family means“, a ribadire la sua mancanza di esperienza, di coinvolgimento, ma anche la vigliaccheria e la debolezza che sono cause scatenanti dei suoi eccessi e dei suoi sensi di colpa. Dicevamo di Onodera: piuttosto defilato e anonimo, egli incarna la figura del buono che più volte accorre, anche con del denaro, in aiuto di Ikuo, che poi brucia alle scommesse. Ma noi spettatori non sappiamo ancora che Onodera si conquisterà un ruolo di primissimo piano quando il film vira, per restare nella metafora marina, verso il thriller. Sarà un caso, ma anche il suo lavoro ha a che fare con l’acqua, questa volta però con un differente stato solido: Onodera lavora infatti in una ghiacciaia e il suo compito è quello di frantumare i blocchi di ghiaccio, elementi duri e fragili nello stesso tempo, apparentemente trasparenti ma impenetrabili se non grazie a un rompighiaccio. Alla fine la tanto agognata bonaccia arriverà, ma a quale prezzo? 

Valerio Costanzia


Titolo originale: 凪待ち (Nagi Machi); regia: Shiraishi Kazuya; sceneggiatura: Kato Masato; montaggio: Kato Hitomi; fotografia: Fukumoto Jun; scenografia: Imamura Tsutomu; musica: Yasukava Goro, supervisione Tsushima Genichi; interpreti: Katori  Shingo (Ikuo), Tsunematsu  Yuri (Minami), Nishida Naomi (Ayumi), Yoshizawa  Ken (Katsumi), Otoo  Takuma (Murakami), Franky  Lily (Onodera); produzione: Kinoshita Naoya; durata: 124’; data uscita: 28 giugno 2019.

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