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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

HEAVEN IS STILL FAR AWAY (Tengoku wa mada tōi, HAMAGUCHI Ryūsuke, 2016)

 SPECIALE HAMAGUCHI RYŪSUKE

★★★
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Yuzo condivide il suo appartamento con la studentessa delle superiori Mitsuki, con cui si accompagna durante il suo lavoro come videomaker che si occupa di censurare video pornografici. Tuttavia si può immediatamente notare come ci sia di più in questa relazione apparentemente strana e quando una studentessa aspirante regista contatta Yuzo e gli propone un’intervista per un documentario sulla sorella morta,  Yuzo è costretto a rivelare il segreto di Mistuki.


Hamaguchi  Ryūsuke scrive e dirige questo delizioso mediometraggio, nato inizialmente come ricompensa per coloro che avevano finanziato il crowdfunding del suo film Happy HourHeaven is still far away è una delicatissima ghost story, in pieno stile Hamaguchi e messa in scena con semplicità dai suoi tre meravigliosi e bravissimi protagonisti, capace di catturarci e ammaliarci in appena 38 minuti di film. La pellicola stupisce sin dalla prima scena, con la descrizione del singolare rapporto tra Yuzo e Mitsuki, un rapporto inizialmente privo di vere comunicazioni e allo stesso tempo molto stretto, quasi di simbiosi e di letterale possessione.
Hamaguchi parla del superamento di un lutto, di amore che può andare oltre la morte, di totale e vera unione di due persone in un rapporto non carnale e del ruolo salvifico che può avere il cinema, dato che tutto l’intreccio si sviluppa a partire dalla realizzazione di un documentario. Il regista scava nell’interiorità dei protagonisti, li caratterizza in maniera perfetta nonostante la breve durata della pellicola, ne porta alla luce le sofferenze interne, i dubbi esistenziali e l’influenza del loro passato sulla vita attuale. Alla schiettezza di Yuzo, unica persona davvero in grado di vedere la realtà o di censurarla esattamente come nel suo lavoro, si contrappone la dolcezza di  Mitsuki, invisibile agli altri e capace di comunicare solo attraverso il suo coinquilino.  Mitsuki agogna inizialmente di fuggire dalla sua situazione, sogna un paradiso accompagnato da musica pop come se fosse uno spot pubblicitario, artefatto, ma poi comprende il suo ruolo e il racconto finale di “come il paradiso sia ancora lontano” non sembra più così malinconico, testimonianza di come l’amore può trascendere anche la morte.

Questo mediometraggio estremamente riuscito porta con sé tutta la poetica di Hamaguchi, la sua verbosità e delicatezza e risulta essere un ottimo modo con cui approcciarsi al cinema di questo grande regista in ascesa.

Luca Orusa


Titolo originale: 天国はまだ遠い (Tengoku wa mada tōi); regia: Hamaguchi Ryūsuke; sceneggiatura: Hamaguchi Ryūsuke; soggetto: Hamaguchi Ryūsuke; fotografia: Kitagawa Yoshio; montaggio: Hamaguchi  Ryūsuke; musiche: Wada Aru; interpreti: Okabe Nao (Yuzo), Ogawa An (Mitsuki), Hyunri (Satsuki); produzione: Hideyuki Okamoto, Satoshi Takada; durata: 38’.
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