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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

THE GREAT PASSAGE (Fune o amu, ISHII Yūya, 2013)

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★★★ 


«Un dizionario è una nave che attraversa il mare di parole».

Il film di Ishii Yūya descrive la vera e propria traversata di un gruppo di appassionati della parola attraverso gli anni di gestazione di un’opera mastodontica: un moderno ‘dizionario vivente’ destinato a contenere proprio tutte le parole della lingua giapponese, anche quelle sgrammaticate o di uso comune.

Tratto dal romanzo omonimo di Miura Shion, opera di grande successo già adattata per un film live action del 2013 e per una serie televisiva anime trasmessa da Fuji TV nel 2016, The Great Passage è la storia di Majime Mitsuya, nerd appassionato di definizioni linguistiche che, dopo un periodo in cui è risultato del tutto inadatto nel settore delle vendite di una grande casa editrice, viene spostato nel reparto dizionari, in sostituzione del redattore Araki, andato in pensione.

Il progetto del dizionario assorbe completamente l’eclettico team del reparto, che dovrà faticare non poco non solo per far fronte alle innumerevoli revisioni del testo, ma anche per riuscire a portare a termine la traversata senza colare a picco in corso d’opera per decisioni del vertice della casa editrice, perché, si sa, «un dizionario ruba i soldi e non porta profitti». 

Opera lieve ed elegante, The Great Passage è un film che si regge su un cast notevole. Matsuda Ryūhei è straordinario nei panni dello stralunato Majime, timido e strano, che vive in affitto in una stanza piena di libri e alla quale ha accesso quasi esclusivamente il gatto Tora-san. Il ragazzo sembrerebbe destinato a sicura vita solitaria, se non fosse che l’anziana proprietaria di casa è una signora socievole con una nipote aspirante chef – Kaguya, interpretata da Miyazaki Aoi –, la quale riuscirà a indurre Majime a uscire dal proprio guscio. Proprio a causa, o grazie a lei, Majime saprà fornire, per il dizionario, una definizione perfetta della parola ‘Amore’. Fa parte del gruppo anche Odagiri Joe che interpreta Nishioka, un collega non troppo raffinato, ma sincero di cuore, che crea con Majime una ‘strana coppia’ di personalità opposte che si attraggono e completano. A un certo punto arriverà anche in aiuto una nuova ragazza, un po’ particolare anche lei, che ha il volto di Kuroki Haru.

The Great Passage, la cui vicenda si snoda in un arco di tempo lungo più di un decennio a partire dagli anni Novanta, è soprattutto un film sulle parole: appuntate con esempi di utilizzo, declinate nelle definizioni più originali e coerenti con il mutare dei tempi, scovate nei luoghi in cui nascono e si sviluppano. Majime e il direttore Matsumoto vanno a caccia di nuove elaborazioni linguistiche persino in un fast food frequentato da adolescenti, suscitando la perplessità dei ragazzi.  

Il regista sceglie la via di una commedia con qualche tinta se non drammatica, commovente, per raccontare dell’impegno, della collaborazione, del lavoro di un gruppo i cui membri si sostengono a vicenda per il raggiungimento di un obiettivo che non perdono mai di vista, dedicando oltre dieci anni alla sua realizzazione. 

Il tempo trascorre, finalmente la grande traversata ha termine (o forse riprenderà, essendo ovviamente necessaria una revisione aggiornata) e il dizionario viene lanciato, è una realtà: alla festa per la presentazione dell’opera Majime e Araki (nel frattempo rientrato al lavoro, dopo la morte del direttore Matsumoto, mentore storico del gruppo) hanno in tasca le onnipresenti schedine per appuntarsi le definizioni delle parole. Appare anche una lettera di ringraziamento, scritta da Matsumoto negli ultimi giorni di vita. Come in un film di Ozu, o anche di Kore-eda, Ishii chiude sulla malinconia per il passato, sulla nostalgia per chi non c’è più, ma che vive nei ricordi di coloro che restano. E che magari ripartiranno per una nuova traversata.

Claudia Bertolé

Titolo originale: 舟を編む (Fune o amu); regia: Ishii Yūya; sceneggiatura: Watanabe Kensaku; fotografia: Fujisawa Junichi; montaggio: Fushima Shinichi; musica: Watanabe Takashi; interpreti: Matsuda Ryūhei (Majime Mitsuya), Miyazaki Aoi (Hayashi Kaguya), Odagiri Joe (Nishioka Masashi), Kobayashi Kaoru (Araki Kohei), Katō Gō (Matsumoto Tomosuke), Kuroki Haru (Kishibe Midori), Watanabe Misako (Take): produzione: Goka Kimitaka, Ikeda Fumitsugu; durata: 134’; prima uscita in Giappone: 13 aprile 2013.

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