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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

UN AFFARE DI FAMIGLIA (Manbiki kazoku, KORE-EDA Hirokazu, 2018)

Vincitore della Palma d’Oro al 71° Festival di Cannes

★★★★  


Il film con il quale Kore-eda Hirokazu ha vinto la Palma d’Oro a Cannes nel 2018 prosegue l’indagine del regista nel mondo dei legami: in questo caso però si tratta di una famiglia molto particolare, nella quale nulla è ciò che appare.

Nobuyo e Osamu, lei addetta in una lavanderia, lui operaio edile, vivono, con difficoltà, in una casa minuscola insieme alla sorella di lei, alla nonna, al piccolo Shota e a una bambina di cinque anni, che si è allontanata dai genitori e che il gruppo accoglie. 

Lo sguardo del regista – volutamente ad altezza di bambino – si insinua, diretto e puro, nella bellezza degli abbracci, ma anche nell’ambiguità di quel nodo di rapporti che si regge su un unico pilastro: la volontà. La famiglia non si sceglie, ma come ribadisce Nobuyo (Andō Sakura) alla nonna (Kiki Kirin): «Se sei tu a scegliere il legame è più forte». E quell’atto volontario, coraggioso, di affetto, così come già era avvenuto in Father and Son (2013) e in Little Sister (2015), crea nuove regole, lasciando che nasca e si sviluppi un nucleo familiare diverso da quello sancito dalle istituzioni e dal sangue.

Lo scorrere del tempo, l’avvicendarsi delle stagioni, così come i mutamenti di luce, che da intensa si fa cupa a causa di un temporale, penetrano raggiungendo gli abitanti di quel piccolo mondo disordinato. Ciò che invece risulta completamente omesso è lo sguardo della società nella quale vivono, ma che non si cura di loro.

 In quest’opera, a mio avviso in maniera ancora più incisiva che in Nobody Knows (film del 2004 sulla vicenda dei quattro fratellini abbandonati dalla madre in un appartamento), si riflette con lucidità e rigore sull’assenza di una società che risulta del tutto insensibile, e la cui mancanza produce, man mano che la vicenda si sviluppa, un profondo e straniante senso di vuoto.

Una menzione speciale (personale), infine, per Andō Sakura. L’avevamo apprezzata per interpretazioni coraggiose di donne perfide (Koike in Love Exposure di Sono Sion, del 2008) o sgraziate (Ichiko in 100 Yen Love di Take Masaharu, 2014): la sua Nobuyo è un personaggio sfaccettato, al tempo stesso materna, accogliente, conscia della propria femminilità, ma anche ambigua e impenetrabile. 

Uscito in Italia per BIM distribuzione.

Claudia Bertolé


Titolo originale: 万引き家族 (Manbiki kazoku); titolo internazionale: Shopliftersregia e sceneggiatura: Kore-eda Hirokazu; fotografia: Kōndo Ryūto; montaggio: Kore-eda Hirokazu; musica: Hosono Haruomi; interpreti: Andō Sakura (Shibata Nobuyo), Lily Franky (Shibata Osamu), Matsuoka Mayu (Shibata Aki), Kairi Jyō (Shibata Shōta), Sasaki Miyu (Rin), Kiki Kirin (Shibata Hatsue), Kōra Kengo, Ikematsu Sōsuke, Moriguchi Yoko, Katayama Moemi, Yamada Yūki; produzione: AOI Promotion, Fuji Television Network, GAGA; durata: 121’.

 

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