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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

THEATRE: A LOVE STORY (Gekijo, YUKISADA Isao, 2020)

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★★★

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Il giovane Nagata sbarca il lunario scrivendo drammi teatrali di ispirazione off assieme a una piccola compagnia che è ben lontana dal successo. Durante il suo vagabondare quotidiano incontra Saki, una ragazza che si è trasferita a Tokyo con la speranza di fare l’attrice. Nagata e Saki finiscono con il mettersi assieme portando avanti un ménage in cui teatro e vita sembrano a volte prevalere l’uno sull’altra senza mai arrivare a quella magica fusione a cui i due protagonisti aspirerebbero.  

Regista prolifico, con all’attivo circa 25 film in vent’anni (Sonatine, nel corso degli anni, ha recensito Before The Vigil 2013, Women Play It Twice 2010, A Good Husband 2010, Parade 2010) tutti inediti in Italia, Yukisada Isao (classe 1968) è autore, tra gli altri, di un film molto premiato Go (2001), esempio molto ben riuscito di coming-of-age film con al centro le dinamiche relazionali all’interno di una scuola in cui un ragazzo coreano, nato e cresciuto in Giappone, si innamora di una ragazza giapponese, con i conseguenti problemi di integrazione.

Di tutt’altro tenore è invece Theatre: A Love Story, il cui sguardo, totalmente incentrato sulla liason tra Nagata e Saki, non sembra andare oltre il cliché, un po’ inflazionato, del connubio amore e arte. Fortunatamente Yukisida dimostra di conoscere molto bene il suo pubblico, sa muovere le giuste leve dei sentimenti contrapponendo due personaggi che più diversi non potrebbero essere; da un lato il flâneur nichilista fagocitato dal teatro, il cui physique du rôle di Yamazaki  Kento regala un’aura da “bello e dannato” particolarmente azzeccata; dall’altro la dolce Saki, disposta ad annichilirsi in favore delle aspirazioni teatrali del compagno, fino ad arrivare a non avere più la forza di opporsi al plagio quotidiano che Nagata esercita su di lei. Saki, che ha una positività così incontrollata da commuovere e scalfire anche il cuore più refrattario, arriverà a mettere in discussione la propria visione della vita facendo entrare il dolore nel suo piccolo appartamento che condivide con Nagata. 

C’è un momento significativo in cui il rapporto tra i due cambia di passo ed è anche il punto in cui la simbiosi tra vita e teatro sembra finalmente avverarsi: Saki, dopo aver deciso di tornare al suo paese, passa per riprendere le sue cose nell’appartamento. La tensione precedente si è ormai svanita, i due leggono uno dei copioni scritti da Nagata ma, a un certo punto, iniziano a improvvisare le battute. Una dichiarazione di poetica (“Ultimamente ho pensato molto a quello che può fare il teatro. Se si può fare in teatro si può anche fare nella vita reale”) ma anche di reciproco amore che proprio il teatro sembra aver consumato giorno dopo giorno. Il finale si incaricherà (forse) di raccontare un’altra storia.     


Valerio Costanzia


Titolo originale: 劇場 (Gekijo); regia: Yukisada Isao; soggetto: Hōrai Ryūta (dal romanzo di Matayoshi  Naoki); fotografia: Maki Kenji; interpreti: Yamazaki  Kento (Nagata), Matsuoka Mayu (Saki), Satō Kan’ichirô (Nohara), Itō Sairi (Aoyama), Iguchi Satoru (Komine), Asaka Kōdai (Tadokoro); produzione: Tanigaki Wakako, Niino Yasuyuki, Toshimoto, Aniplex, TheFool; durata: 136’; uscita in Giappone: 17 luglio 2020.

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