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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

PHASES OF THE MOON (Tsuki no michikake), HIROKI Ryūichi, 2022

Speciale Far East Film Festival 21-29 aprile 2023

di Paolo Torino

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Phases of the Moon segna un altro passo della prolifica carriera di Hiroki, confermando quest’ultimo come un regista fuori dai classici meccanismi di autocitazione di un autore, ma che allo stesso tempo trova la sua dimensione autoriale nella costante sperimentazione alla regia.  Caratteristiche necessarie per un’opera il cui tema principale – la reincarnazione – sembra contaminare anche il film stesso che passa repentinamente dal teen drama al melodramma, da cliché horror a cliché tipici dell’animazione giapponese.

Tratto dall’omonimo romanzo di Satō Shōgo, il film narra di una famiglia che si sgretola a causa di un incidente stradale in cui perdono la vita Ruri (Kikuchi Hinako) e Kozue (Shibasaki Ko), rispettivamente figlia e moglie del protagonista. Quest’ultimo, Osanai Kei (Ōizumi Yō) si ritrova a vivere situazioni ambigue che lo porteranno a scavare nel passato della sua famiglia e a scoprire che sua figlia era la reincarnazione di un’altra Ruri. A questo punto, una nuova reincarnazione diventa la speranza di poter rivivere dei momenti con sua moglie e sua figlia. 

Phases of the Moon è innanzitutto un film-archivio che riflette sulle possibilità delle immagini di ripescare tra i faldoni della storia del cinema e riportare alla luce dei ‘reperti’, in questo caso pezzi di storia della Shōchiku stessa che ha prodotto l’opera: si pensi alla luna piena che si staglia nel cielo scandendo il ritmo del racconto come in Sonatine; alle immagini de Crepuscolo di Tokyo che si sostituiscono a quelle del film di Hiroki; all’importanza del ritratto fotografico che qui, come nel cinema di Ozu, viene spesso associato a una mancanza o alla sala cinematografica – fulcro della narrazione – in cui la regia ammicca più volte alla locandina di Castle of Sand di Nomura. 

La regia di Hiroki, dal suo canto, sembra essere influenzata dal tema della reincarnazione: la camera non si concentra più sull’eros e sulla materialità dei corpi come nelle sue opere precedenti, ma attraversa vari generi, regalando allo spettatore momenti horror (Ruri che parla al padre come un’adulta), momenti da teen drama (long take su Misumi e Ruri che corrono in strada), momenti drammatici (camera fissa su Kei che si dispera guardando la foto di sua moglie e sua figlia in treno) o addirittura momenti da cinema d’animazione (dettaglio del capello di Misumi, da cui scorrono delle innaturali gocce d’acqua, riportando alla mente il cinema di Shinkai). Questa carrellata di generi irrobustisce la struttura narrativa – a volte confusa –, aiutando il racconto a sciogliersi laddove i fili si intrecciano fino ad aggrovigliarsi e spostando l’attenzione su come vengono messi in scena gli eventi piuttosto che gli eventi stessi. Come se Hiroki volesse deresponsabilizzare il racconto, mettendo quest’ultimo in evidenza solo ed esclusivamente nei momenti in cui il dramma è palpabile.

Lo stile camaleontico del regista lo ha sempre reso difficilmente ‘etichettabile’, basti pensare che al Far East Film Festival sono stati proiettati, in due giorni differenti, due film suoi: questo e You’ve got a friend: sono sembrate opere girate da due registi differenti. Ecco, si può dedurre che la cifra stilistica di Hiroki sia proprio l’assenza di marchi di fabbrica, cui preferisce scelte  di messe in scena continuamente differenti. In questo senso, Phases of the Moon si sposa alla perfezione con le caratteristiche camaleontiche del regista, che si mimetizza costantemente con i cambi di genere all’interno del racconto senza mai mostrare eterogeneità nella regia. 


Titolo originale: 月の満ち欠け (Tsuchi no Michikake); regia: Hiroki Ryūichi; sceneggiatura: Hashimoto Hiroshi; soggetto: dal romanzo di Satō Shōgo;  fotografia: Mizuguchi Noriyuki; scenografia: Maruo Tomoyuki; musica: Fukushige Mari; interpreti e personaggi: Ōizumi Yo) (Osanai Kei), Ito Sairi (Midorisaka Yui), Shibasaki Ko (Kozue), Kikuchi Hinako (Osanai Ruri), Meguro Ren (Misumi Akihiko), Arimura Kasumi (Masaki Ruri); produttori esecutivi: Yoshida Shigeaki, Tsutsui Ryūhei; produttori: Aragaki Hirotaka, Endo Hitoshi; distribuzione: Shōchiku; durata: 129’; prima uscita in Giappone: 2 dicembre 2022.

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