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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

THE BATTLE OF KAWANAKAJIMA (Kawanakajima kassen), KINUGASA Teinosuke, 1941)

SPECIALE KINUGASA TEINOSUKE

Retrospettiva Kinugasa – Cinema Ritrovato Festival – Bologna 24 giugno – 2 luglio 2023

di Valerio Costanzia

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Il film di Kinugasa è dedicato a una delle 5 battaglie di Kawanakajima, in particolare quella svoltasi nel 1561. Siamo nel periodo degli stati belligeranti (periodo Sengoku) caratterizzato da un’estrema frammentazione del potere politico i cui protagonisti sono i daimyō ovvero i piccoli feudatari in lotta tra loro e, soprattutto, in aperta ribellione nei confronti dello Shōgun. Tra i più celebri vi sono Takeda Shingen, Uesugi Kenshin e Hideyoshi Toyotomi, quest’ultimo protagonista di molti jidaigeki, tra cui l’ultimissimo film di Kitano, Kubi, in cui è lo stesso regista a interpretare il leggendario daimyō, mentre Takeda Shingen è stato portato sul grande schermo da Kurosawa nel 1980 con Kagemusha

Takeda Shingen e Uesugi Kenshin, signori dei rispettivi clan, si affrontano in quella che è la più cruenta delle numerose battaglie di Kawanakajima. Tra lunghe preparazioni e consigli strategici in vista del conflitto, nelle pieghe del racconto corale emergono alcuni personaggi “minori” che finiscono rapidamente con il conquistare la scena: in primis il servitore Hyakuzō (interpretato dal celebre attore Hasegawa Kazuo che arriverà a girare con Kinugasa 23 film), il quale ha il compito di accudire, assieme ad altri, uno scalcagnato carro con dei rifornimenti trainato da cavalli attraverso un impervio sentiero di montagna. Il carro è comandato da Kaiga, all’apparenza rude e duro ma in realtà capace di compassione e rispetto per i sottoposti. Un altro personaggio “minore” è Oshino, una donna che fa parte di una compagnia musicale, ferita accidentalmente alla quale Hyakuzo presta amorevolmente soccorso. La battaglia arriva al suo culmine nel finale: 13.000 uomini al comando di Uesugi affrontano i 20.000 di Takeda.

 1941: allarme a Tokyo

Se il 1561 è l’anno della battaglia più sanguinosa tra quelle di Kawanakajima, il 1941, anno dell’uscita del film, è una data storica di estrema rilevanza per la storia bellica del Giappone. Il 29 novembre 1941, la data in cui The Battle of Kawanakajima esce sugli schermi giapponesi, precede infatti di pochi giorni l’attacco a Pearl Harbour del 7 dicembre 1941. Oltre al fronte asiatico costituito dalla seconda guerra sino-giapponese iniziata nel 1937, il Giappone si appresta a portare avanti le proprie mire espansionistiche nel Pacifico entrando di fatto nel secondo conflitto mondiale contro le forze alleate. Ovviamente tutto ciò non può non avere delle ripercussioni dirette sui mass media e in particolare sul cinema di argomento bellico. La guerra con la Cina, infatti, “modifica profondamente il sistema di controllo dei media messo in atto dal governo giapponese. Furono adottati due principi generali: blocco totale di tutte le informazioni relative a segreti di carattere militare e di quelle che potevano arrecare turbativa alla quiete pubblica, per ‘non fare sapere’; utilizzo ‘positivo’ della radio, dei giornali, dell’editoria e del cinema per ‘uniformare’ l’opinione pubblica” (Marco Del Bene, Mass media e consenso nel Giappone prebellico, Mimesis, 2008). Se il 1937 vede la produzione di diversi film apertamente propagandistici, un regista decisamente controcorrente è Yamanaka Sadao (a cui Sonatine ha dedicato uno speciale) che con Umanità e palloni di carta “fornisce una rilettura in chiave demistificatoria dell’etica del guerriero.”. Il film, come sappiamo, gli costerà l’arruolamento forzato e la morte in Manciuria nel 1938 a soli 29 anni. Il 5 aprile 1939 viene approvata una Legge sul cinema “sul modello di quella approvata in Germania nel 1934 […] Dopo l’entrata in vigore della legge, solo i film che davano un contributo ‘positivo’ alla politica nazionale poterono essere prodotti. Per questo, e per la scarsità di pellicola, il numero di film girati in Giappone, che nel 1939 era 513, scese a 497 nel 1940, a 232 nel 1941, per crollare a 26 nel 1945” (ibidem).

A fronte di questa breve premessa può essere interessante provare a interrogarsi sulla posizione del film di Kinugasa. Nella scheda del film sul sito del festival Il cinema ritrovato, Alexander Jacoby e Johan Nordström sottolineano come “alla fine degli anni Trenta l’esigenza propagandistica era quella di trasformare i jidaigeki in autentici ‘film storici’. L’industria cinematografica rispose producendo una serie di opere serie apparentemente ispirate a questo ideale. La trasformazione è esemplificata da Kawanakajima kassen, resoconto di una battaglia, dei suoi preparativi e delle sue conseguenze, che per austerità e serietà si distingue dai jidaigeki populisti realizzati da Kinugasa fino a quel momento.”

Vincitori e vinti

Non c’è dubbio che The Battle of Kawanakajima abbia una serietà e austerità che si coglie nella minuzia dei dettagli e nella cura con cui il regista documenta le fasi salienti della battaglia, soprattutto quelle preparatorie alternando le sedute dei consigli di guerra dei rispettivi clan. Per esempio, a un certo momento vediamo Uesugi che prende la decisione di fermare l’avanzata perché è stato informato del fatto che Takeda è in una condizione di sofferenza e quindi un’azione da parte sua non sarebbe leale. Questa decisione, tuttavia, permette a Kinugasa di cambiare registro e di spostare l’attenzione dalla tattica della guerra a una, se così possiamo dire, tattica “del quotidiano” in cui prevale un registro decisamente meno austero. La sequenza del bagno dei soldati nelle acque delle terme naturali non è solo una pausa dalla guerra, è un intermezzo bucolico che il regista mette in scena con estrema delicatezza e partecipazione. Non solo, ma questa sequenza è anche quella in cui la donna ferita, Oshino si ricongiunge alla compagnia musicale grazie all’aiuto ricevuto da   Hyakuzō. Mediante un efficace montaggio parallelo, sostenuto dalla musica e dal canto della compagnia, Kinugasa mostra sia i soldati che cantano sia il burbero Kaiga danzare in solitaria tra gli alberi della foresta, con un innegabile effetto comico, e sotto lo sguardo divertito degli altri commilitoni (figura 1)

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 Figura 1

Il registro leggero era già stato evidente nella prima parte, con l’avventura quasi picaresca del carro e con la disavventura di Hyakuzō che rischia maldestramente di annegare in un fiumiciattolo se non fosse per Kaiga che arriva in suo soccorso. Il registro austero torna, per esempio, con l’altra figura femminile, Chiyono, la vedova del samurai che chiede a Uesugi di potersi mettere al suo servizio e di combattere (“il dovere di una donna è di prendersi cura della casa” le risponde Uesugi) e, soprattutto, nelle sequenze caratterizzate da un estremo rigore geometrico in cui Kinugasa ci mostra le formazioni dei combattenti attraverso una serie di carrellate dove le fila ordinate dei militari si alternano a quelle degli alberi creando una trama visiva di grande fascino (figura 2).

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Figura 2

Arriva il momento della battaglia e Kaiga riacquista tutta la sua autorevolezza nei confronti dei suoi sottoposti, motivandoli alla missione e dicendo loro che il compito di accudire al carro e delle altre mansioni umili è finito, adesso è il tempo della guerra. Una guerra che, fuor di retorica, non ha vincitori né vinti come testimonia il contadino al quale viene domandato chi abbia vinto tra i due clan: egli risponde semplicemente che non si può dire chi abbia vinto, è stata solo una grande battaglia. Il finale del film non ha nulla di retorico e tanto meno di propagandistico: la morte dei protagonisti che abbiamo conosciuto lungo le vicende del film non ha nessun afflato eroico, anzi, è una morte quasi anonima, come se a loro fosse escluso l’onore delle armi sul campo di battaglia. La maggior parte di loro, infatti, viene colpita mentre stanno portando le frecce; Hyakuzō viene trovato già morente da Oshino allo stesso modo di Chiyono, caduta per onorare il marito. Solo la morte di Kaiga si ammanta di un certo lirismo, con il dettaglio del frustino che viene portato via dall’acqua dopo che il suo corpo si è accasciato. Né vincitori, né vinti.


Titolo originale: 川中島合戦 (Kawanakajima kassen); regia: Kinugasa Teinosuke; sceneggiatura: Muneta Hiroshi, Kinugasa Teinosuke; fotografia: Miura Mitsuo; montaggio: Iwashita Kōichi scenografia: Matsuyama Takashi; musica: Yamada Kōsaku interpreti: Ichikawa Ennosuke (Uesugi Kenshin/Magokuro Kaiga), Ōkōchi Denjirō (Takeda Shingen), Hasegawa Kazuo (Hyakuzō il servitore), Irie Takako (Chiyono), Yamada Isuzu (Oshino), Kurokawa Yatarō (Izunokami Anayama), Tokugawa Musei (Ichibei), Maruyama Sadao (Tamenobu Terasaki), Yokoyama Unpei (Jinkichi), Kiyokawa Sōji (Hanbei); produzione: Shingi Morita, Minesuke Kiyokawa per Tōhō; durata: 119’; uscita in Giappone: 29 novembre 1941

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