classici1-1845135

SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

WINTER ROSE (Fuyu sōbi, Sakamoto Junji, 2022)

Sonatine Contemporanea

di Matteo Boscarol

fuyusobi

Sakamoto assembla un gruppo di attori di valore che riesce ad amalgamare molto bene con la storia che vuole raccontare, quella di un ragazzo alla ricerca di se stesso e quella di un gruppo di anime più o meno disperate alla ricerca di una strada da percorrere nella loro vita di provincia. 

Jun è un ragazzo che vive nella città portuale di Yokosuka, non frequenta la scuola e spende le sue giornate assieme ad un gruppo di teppisti locali. I suoi genitori gestiscono un’attività di trasporto via nave che però sta attraversando un momento di difficoltà finanziarie. Difficile è anche il loro rapporto con il figlio che non è per niente interessato a continuare il lavoro dei suoi genitori, con cui comunica a malapena. Le cose si complicano ancora di più quando viene a vivere con loro un suo cugino. 

Sakamoto, fin dai suoi inizi con Dotsuitarunen (1989), è sempre stato interessato a personaggi che, per usare una frase fatta, abitano i margini della società. Si tratta però di individui le cui vite non sono troppo estreme, piuttosto Sakamoto sembra essere attratto da coloro che deviano dalla strada battuta dalla maggioranza, magari solo per alcuni tratti del loro percorso personale. Si muove in questa direzione anche Winter Rose, lungometraggio con cui il regista giapponese costruisce una storia, scritta da lui stesso con in mente fin dall’inizio l’attore principale Itō Kentarō, con cui descrive l’oscillazione del protagonista fra il nucleo familiare e il gruppo di delinquenti a cui si sente vicino. 

Qui, come in alcuni dei suoi lavori più interessanti, Sakamoto non costruisce un lavoro calato in una sola tonalità, in questo caso il rischio era quello di cadere esclusivamente in una sorta di film di genere, il classico lungometraggio dedicato o con protagonisti dei giovani delinquenti. Al contrario, il regista e sceneggiatore aggiunge delle scene leggere e lievemente comiche che spezzano momentaneamente la drammaticità del racconto, che comunque rimane violento e drammatico, per indirizzarlo verso qualcosa di più ellittico e sfumato. Benché lo sforzo di creare qualcosa di originale sia da lodare, non ci sembra che Sakamoto sia riuscito in pieno in questo suo sforzo. Alla fine il lavoro si sfilaccia un po’ troppo, anche a causa della durata, il film poteva forse essere tagliato di una ventina di minuti, lasciando più di qualche punto interrogativo, forse volutamente. 

Detto questo, se il film funziona è soprattutto grazie al gruppo di attori scelti da Sakamoto e dal suo staff, tutti all’altezza della situazione e capaci di amalgamarsi molto bene con la trama e le vicende raccontate nel lungometraggio. Menzione speciale per la madre di Jun, interpretata alla perfezione da Yo Kimiko, per il vecchio Ishibashi Renji, uno degli uomini che lavorano sulla nave, e per il protagonista Itō Kentarō.


Titolo originale: 冬薔薇 (Fuyu sōbi); regia e sceneggiatura: Sakamoto Junji; fotografia: Kasamatsu Norimichi; montaggio: Fushima Shinichi; sonoro: Terui Yasumasa; musiche: Yasukawa Gorō; interpreti: Itō Kentarō (Jun); Kobayashi Kaoru (Yoshikazu, il padre); Yo Kimiko (Michiko, la madre); Ibu Masatō (Kenzo); Ishibashi Renji (Tatsuo); Kawai Yumi (Tomoka); Bandō Ryōta (Takashi); produzione: Kinoshita Group; durata: 109’; uscita nelle sale giapponesi: 3 giugno 2022.

 

CONDIVIDI ARTICOLO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *