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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

HUMAN COMEDY IN TOKYO (Tōkyō ningen kigeki, FUKADA Kōji, 2008)

Speciale Fukada Kōji

di Paolo Torino

human-comedy

“È come in una Soap Opera!” è una battuta pronunciata da uno dei personaggi, ma anche una frase utile a riassumere tutto il senso del film: un’opera ricca di artifizi e di inganni narrativi che non soffocano, però, la parte emotiva e drammatica del racconto. Il secondo lungometraggio di Fukada Kōji è a tutti gli effetti una commedia, come il titolo suggerisce, ma dove la risata finale è del regista a dispetto dello spettatore. 

Human Comedy in Tokyo è un film a episodi – rispettivamente White Cat, Photo, Right Arm –  che si ispira a La commedia umana di Balzac. I tre episodi hanno come fulcro centrale un rapporto di coppia in crisi che mette in luce la solitudine dei personaggi in scena. White Cat parla di Ohno (Kakudate Reina) impegnata in un rapporto coniugale che sembra fin dalle prime battute problematico, ma che poi sarà risolto con i due che faranno “spallucce”; Photo, invece, segue le vicende di Haruna (Ogino Yuri), una ragazza conscia della propria ambizione di diventare una fotografa, ma anche del fatto che il suo talento possa non bastare; Right Arm, infine, del matrimonio di Jun (Inoue Minako), l’amica di Haruna che si vede nel finale del secondo episodio, la cui gravidanza sarà lo specchio della perdita del braccio di suo marito, Masaki (Yamamoto Masayuki).

Come accennato in apertura, il film di Fukada è perfettamente razionale quando utilizza i trucchi del cinema – scavalcamenti di campo, fuoricampo, piano fisso su uno specchio – per mostrare il non detto, ma è altrettanto irrazionale nel mostrare la parte emozionale dell’opera, in particolare i momenti di epifania o di depressione dei personaggi. 

La regia è camaleontica e si adatta perfettamente ai vari racconti messi in scena: se in White Cat dove la solitudine è padrona della narrazione abbondano primi piani stringenti, in Photo, invece, dominano i campi larghi atti ad accentuare la sensazione di disagio verso l’esterno della protagonista. Right Arm è la somma dei due episodi precedenti, qui primi piani e campi totali si alternano senza lasciare all’altro un predominio, ma aiutano lo spettatore a districarsi in un puzzle narrativo via via più complesso. È proprio in Right Arm che Fukada attinge dal libro di magia del cinema, mettendo in scena la macchina cerebrale che attiva la meraviglia e lo stupore nello spettatore. Masaki soffre di “sindrome dell’arto fantasma” in seguito all’amputazione del braccio destro e a causa di questa condizione prova dolore al braccio mancante. Il suo chirurgo opterà per una terapia dagli esiti incerti: piazzare uno specchio in una scatola e creare a Masaki l’illusione di avere l’altro braccio attraverso il riflesso dell’arto sinistro. In questa terapia è racchiusa sia la chiave del rapporto tra cinema e spettatore, dove il primo, coi suoi trucchi, inganna continuamente il secondo che è consciamente ingannato; sia la natura endemica del film: l’opera vive di una narrazione speculare in cui i personaggi non solo si riflettono a vicenda – ognuno soffre la solitudine, come ad esempio il ballerino Iwashita nel primo episodio – ma finiscono tutti insieme dall’altra parte dello specchio (lo schermo della televisione che narra gli epiloghi dei vari episodi nel finale di ‘Right Arm’, in questo caso). 

La commedia, a questo punto, è servita: dopo aver pedinato pedissequamente tutti i suoi personaggi, Fukada li lascia all’oblio del fuoricampo, dall’altra parte dello schermo. Perché “tutti dicono bugie” dice Masaki e Human Comedy in Tokyo è una bugia lunga due ore e venti. 


Titolo originale東京人間喜 (Tōkyō ningen kigeki); regia: Fukada Kōji; sceneggiatura: Fukada Kōji; soggetto: da “La commedia umana” di Honoré de Balzac; fotografia: Mishina Sho; montaggio: Fukada Kōji; musiche: Tōru Saitō; interpreti: Ohno (Kakudate Reina), Reiko Sasazuka (Nemoto Eriko), Haruna (Ogino Yuri), Jun (Inoue Minako), Masaki (Yamamoto Masayuki); produzione: Active Cine Club (ACC) K.K., Agora Planning / Seinendan Theatre Company, Komaba, Agora Theater, Seinendan; prima uscita in Giappone: 11 ottobre 2008; durata: 140’

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