SEE YOU TOMORROW (Honamata ashita, MICHIMOTO Saki, 2024)
Far East Film Festival 2025
di Claudia Bertolé
Film d’esordio della giovane regista di Osaka, See You Tomorrow si presenta come un racconto pacato di relazioni che sbocciano in un momento della vita denso di aspettative e progetti. A ben vedere, man mano che la vicenda si dipana, emerge a tratti un’analisi più profonda sull’alchimia delle relazioni, sulle priorità e sugli angoli oscuri dell’animo umano.
Nao è una studentessa di fotografia di talento, insieme ai suoi amici Sayo, Tada e Yamada (con cui intesse anche una tiepida relazione sentimentale) condivide giornate di studio e sogni per il futuro. Lei però è un passo avanti rispetto agli altri – anche il professore che li segue se ne rende conto -, si dedica con energia e determinazione alla sua passione trascorrendo molto tempo in strada con la sua fotocamera reflex a immortalare persone in diverse attività. A un certo punto Nao avrà la possibilità di cogliere l’occasione che attendeva, una borsa di studio a Berlino, e questo evento inciderà in maniera rilevante non solo sulla storia con Yamada ma anche sulle dinamiche del gruppo.
Michimoto Saki si era aggiudicata un premio della giuria al Pia Film Festival del 2018 per il cortometraggio 19: Nineteen; nel suo lungometraggio d’esordio See You Tomorrow disegna una protagonista non empatica, ma attorno alla quale gravitano gli altri personaggi. Nao non parla molto, per lo più osserva ciò che la circonda e rincorre l’emozione da cogliere e da imprimere nell’irripetibile istante fotografico. A volte appare cinica, quasi spietata come quando, subito dopo aver messo fine alla quasi-relazione con Yamada, insiste a riprenderlo per fissare il momento di sconforto del ragazzo. Gli altri personaggi la cercano, la osservano, la spiano, la invidiano, ne sono in un qualche modo irrimediabilmente attratti.
L’opera si sviluppa sul filo della metafora arte/vita in cui il tempo assume un ruolo rilevante: è l’attimo fuggente in cui cogliere lo scatto giusto, quello necessario per arrivare pronti a una decisione scomoda, oppure per far apparire sulla carta l’emozione rubata allo sguardo del soggetto fotografato. Ma è anche il tempo dei desideri e delle occasioni, il tempo che non torna insomma, quello che il professore tenta di fissare nel momento quasi nostalgico in cui scatta una fotografia ai ragazzi per fissare un attimo di un flusso che non può in alcun modo essere arrestato. E sicuramente nel film di Michimoto il tempo dedicato alla costruzione del personaggio di Nao è una parte importante dell’opera. La macchina da presa segue la ragazza, indugia sulle sue pause, sui momenti ‘vuoti’ così come sulle accelerazioni. Nao nell’interpretazione di Tanaka Makoto è una donna determinata e apparentemente insensibile, appassionata e sfuggente, scostante e poi presente, sempre lucida ma anche imperscrutabile.
La regista sceglie uno stile pacato, nel quale alla staticità delle fotografie si contrappone il movimento dei personaggi, che camminano molto, insieme, da soli, e mentre si muovono prendono forma le emozioni, le anticipazioni. Nel finale riprende le fila delle vite dei suoi personaggi e ne svela i destini. E allora sembra così azzeccata l’ultima sequenza nella quale, dopo che ormai sono trascorsi anni dalle giornate degli studi, i ragazzi si ritrovano tutti insieme in uno spazio aperto. Nao per un tratto si unisce agli amici che camminano ma poi si attarda, si perde tra la folla, affascinata dalle mille possibili inquadrature che le persone, il mondo, le possono regalare e la cui ricerca è la sua vera priorità.
Titolo originale: ほなまた明日(Honamata ashita); regia: Michimoto Saki; sceneggiatura: Michimoto Saki, Goda Ryūsei; fotografia: Seki Rui; musica: Irie Yō; personaggi e interpreti: Tanaka Makoto (Nao), Shigematsu Risa (Sayo), Akiyama Takurō (Tada), Matsuda Ryōta (Yamada), Okouchi Ken (il professore); produzione: Ichihashi Koji; prima uscita Giappone: 28 settembre 2024; durata: 99’.