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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

DOUBLE LAYERED TOWN / MAKING A SONG TO REPLACE OUR POSITIONS (Nijū no machi / Kōtaichi no uta o amu, KOMORI Haruka, SEO Natsumi, 2019)

JFF+ INDIPENDENT CINEMA

Disponibile gratuitamente fino al 15 marzo 2023 a questo link 

di Dario Tomasi

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Primo dei dodici film proposti da JFF+ Indipendent Cinema (che saranno tutti qui recensiti) e selezionati da altrettanti mini-theater (piccole, coraggiose e attivissime sale dedicate al cinema indipendente, che costituiscono una delle più belle realtà del panorama culturale giapponese contemporaneo), Double Layered Town è girato a Rikuzentakata, una delle città colpite dal terribile tsunami che si abbatté nel Tohoku nel marzo del 2011, e che oggi è stata ricostruita esattamente al di sopra del luogo in cui si trovava all’epoca (da cui il titolo del film: “Una città a due strati”).

Quattro giovani, due ragazzi e due ragazze, provenienti da diverse parti del Giappone si recano a Rikuzentakata per incontrare alcune delle vittime della terribile catastrofe e ascoltare i loro ricordi. 

Nella vasta produzione giapponese dedicata allo tsunami del Tohoku (di cui qui abbiamo recensito The Sound of Waves e Voices from the Waves di Hamaguchi Ryūsuke e Sakai Ko) Double Layered Town sembra occupare un posto a parte per il modo in cui si organizza intorno alle diverse testimonianze di coloro che furono vittima del terremoto. Non solo e non tanto perché gli anni, via via sempre più numerosi, che separano tali ricordi dal momento in cui si verificarono i tragici eventi, leniscono, per quanto possibile, il dolore per ciò che è accaduto e la crudezza delle testimonianze, ma soprattutto perché esse non sono la cosa più importante del film, occupandone, nei fatti, una parte relativamente contenuta. Ciò che qui più conta non è tanto il racconto delle vittime ma il racconto che di questi racconti fanno i quattro giovani (spesso su un fondale nero, rivolgendosi direttamente alla macchina da presa e quindi allo spettatore). In questo modo a venire in primo piano è la loro sincera soggettività, così come le loro reazioni e i loro sentimenti che passano sì attraverso l’espressione dei volti, ma anche grazie ai gesti, alle esitazioni e ai silenzi che accompagnano e intervallano la ricerca delle giuste parole con cui ricordare quelle testimonianze e le emozioni che hanno suscitato. Da questa prospettiva il documentario è un film meno sugli eventi dello tsunami, e più su come, oggi, le nuove generazioni debbano e possano tentare di rapportarsi ad esso, al fine di non dimenticarlo anche emotivamente. Insieme alle testimonianze e al loro ricordo, una terza parte del documentario, che si intervalla alle altre due, è costituita dal vagabondare di questi quattro giovani, uno alla volta, sui luoghi del disastro e della loro ricostruzione, in immagini, di là dalla loro notevole valenza estetica, dove l’uso di campi lunghi e lunghissimi riduce ai minimi termini le loro figure, per dare invece evidenza a qualcosa di molto più forte: la sempiterna lotta fra la “natura malvagia” e l’umanità. 

Titolo originale: 瀬尾夏美. 二重のまち / 交代地のうたを編む (Nijū no machi / Kōtaichi no uta o amu); regia: Komori Haruka, Seo Natsumi; sceneggiatura: Seo Natsumi; fotografia e montaggio: Fukuhara Yūsuke; Komori Haruka; interpreti: Koda Haruka, Yonekawa Ko Leon, Sakai Haruka, Miura Aoshi; produzione: Komori Haruka, Seo Natsumi;  durata: 79;  prima proiezione in Giappone: ottobre 2019 (Yamagata Film Festival). 

 

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