THE BEAR WAIT (Kuma o matsu, TAKINO Hirohito, 2024)
Asian Film Festival 8 – 16 aprile 2025
di Claudia Bertolé
Il passato si dischiude nel sogno con tutto il suo peso di tragedia e lo trasferisce alla realtà, sotto lo sguardo sereno e innocente di un bambino.
Takashi è un bambino tranquillo di otto anni che si ritrova a trascorrere l’estate insieme alla zia Yayako. Quest’ultima – figura sfaccettata che l’interpretazione di Hirano Rei carica di ambiguità – è una scrittrice e vive nella casa che era di proprietà del nonno Ryujiro, di recente scomparso. Yayako non si fa scrupoli ad utilizzare qualsiasi spunto – ricordi, sensazioni propri o altrui – per le proprie creazioni e a questo scopo è certamente interessante il ritrovato diario del nonno. Dal quale emergono ricordi di sogni o di crimini reali per i quali la donna, affiancata dal giovane nipote, cercherà di trovare una composizione, gettando così luce su presunti misteri della vita di nonno Ryujiro.
Con una narrazione lenta e pacata, Takino Hirohito – cineasta poco più che quarantenne che realizza il film in memoria del proprio nonno – dà vita ad un’opera soffusa d’inquietudine, piena di spazi scuri e di ombre incombenti del passato. Già in apertura un piano sequenza con una macchina da presa autonoma ad indagare spazi, che si sofferma su Takashi per poi celare lo sguardo dietro pareti di vetro o cogliendo voci confuse in sottofondo, introduce lo spettatore in un mondo nel quale i misteri fanno capolino, così come gli orsi, sorpresi di notte ad arrampicarsi sull’albero davanti a casa.
Gli occhi di Takashi registrano gli scostamenti dalla realtà, quell’onirico che erompe nel mondo di adulti che lo circonda e al quale lui rivolge lo sguardo. Nel film di Takino, inoltre, una natura lussureggiante fa da scenario, e allo stesso tempo da co-protagonista, testimone del risorgere dei ricordi, che si nutrono di simboli. Tra passeggiate nei boschi e gite al torrente, zia e nipote danno vita a un sodalizio che non può prescindere dalla presenza/non presenza del nonno defunto.
Con un ritmo lento e rimandi al cinema di Hamaguchi Ryūsuke (il passaggio di Tomo, l’amica che giunge nella casa di campagna e legge ad alta voce brani dall’ultima sceneggiatura di Yayako sembra esserne un riflesso), le memorie infine prendono forma e i pezzi del puzzle trovano il loro incastro. Magari non per arrivare ad un vero e proprio quadro risolutivo, quanto per definire uno spazio/tempo di riflessione sul passato e i suoi misteri.
Titolo originale: くまをまつ (Kuma o matsu); sceneggiatura e regia: Takino Hirohito; fotografia: Yonekura Shin; suono: Matsuno Izumi; interpreti: Hirano Rei, Nakamura Eriko, Iruta Shibuya; prima uscita: 29 ottobre 2024; durata: 113’.