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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

HOTTAMARU DAYS (Hottamaru biyori, YOSHIGAI Nao, 2021)

JFF+ INDEPENDENT CINEMA

Disponibile gratuitamente fino al 15 marzo 2023 a questo link

di Luca Orusa

hottamaru-days

 

L’opera prima di Yoshigai Nao è ambientata nella casa di una musicista, costruita nella bucolica e poetica campagna giapponese. La protagonista è perennemente inseguita da spiriti a lei invisibili, che si occupano di raccogliere odori, pezzi di pelle, capelli della protagonista, per trasmetterli a un’entità che abita nella vasca da bagno della casa.

“Hottamaru” è un termine coniato dalla regista, che significa «le cose che si accumulano quando vengono lasciate sole», soggetto su cui è costruito il film. Gli spiriti della casa collezionano elementi del corpo che decadono, cellule morte le quali, fino a un attimo prima, contribuivano a definirci. Una scritta anticipa l’inizio del mediometraggio: «è consigliato guardare il film ad alto volume», a conferma di come la pellicola d’esordio della regista sia principalmente un film sensoriale, un’esperienza che vale per le protagoniste della pellicola e per gli spettatori, con il ruolo dell’udito che assume un’importanza fondamentale. Gli odori si fanno suoni nei versi trasmessi dagli spiriti. Il suono del respiro, del battito del cuore, dell’acqua. Tutti elementi collezionati da queste presenze candide e irreali, che vivono all’unisono, si muovono al ritmo di una sinfonia e creano composizioni visive coi loro corpi. Il loro raccolto viene trasmesso con premura all’entità che abita nella vasca della casa, una sorta di caverna di Platone, un surrogato della realtà, attraverso l’acqua, con un ulteriore cambio dell’esperienza sonora  implicato dal passaggio di mezzo. Le immagini, luminose e casalinghe, sono inizialmente accompagnate da una dolce chitarra. I nostri resti, che noi ci lasciamo dietro di noi e non apprezziamo, se collezionati possono creare un’altra persona, uno specchio di noi stessi. Un’unghia o un capello, può suscitare esperienze e sensazioni in chi non può usufruire della realtà. La regia di Yoshigai è notevole nel mettere in scena questo candore e questa esperienza sensoriale. Una voglia di pelle, di odori e di suoni da parte delle ninfe che rischia, tuttavia, di ferire la giovane cantante, con una virata del film, nella seconda parte, verso una fotografia più infernale e musiche tribali. E se questo surrogato di libertà non bastasse più? Se l’entità si stufasse di questa vasca/caverna di Platone e volesse vivere per davvero la natura che ci circonda? La risposta sta nell’apertura alla natura e nella non limitazione della propria vita alla sfera casalinga. A voi la visione, ma ricordate di alzare il volume prima di iniziare.


Titolo originale: ほったまるびより(Hottamaru days); regia e sceneggiatura: Yoshigai Nao; fotografia: Yoneyama Mai; montaggio: Yoshigai Nao; musiche: Tsukahara Tetsuo; interpreti: Shibata Satoko, Oda Risa, Kogure Kaho; produzione: Suzuki Tokushi; durata: 38’. 

 

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